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Incontro tutto sommato positivo a Palazzo Chigi con il Presidente Conte che ha convocato Regioni e Comuni per discutere il Decreto sisma, che in serata andrà all’approvazione del Consiglio dei Ministri. C’è da registrare una inversione di metodo grazie all’ascolto dei territori ma di certo la forte criticità è data dal tempo: una convocazione tardiva, quando è già stata scritta la bozza di Decreto. Pertanto l’auspicio è che per il futuro ci sia un coinvolgimento preventivo, appunto con l’ascolto in tempi adeguati di Sindaci e Presidenti di Regione. L’aspetto positivo è dato innanzitutto dal fatto che ci sia un Decreto dedicato al cratere sismico del Centro Italia, che per noi è fondamentale, perché abbiamo subìto per tre anni una sottovalutazione.
Il Decreto però non può essere solamente una buona base di partenza, visto che tutte le norme di cui abbiamo bisogno, in esso non sono inserite; ecco perché abbiamo chiesto che già da subito, e poi nel dibattito parlamentare, queste norme vengano inserite.
E’ bene, quindi che ci sia un Decreto dedicato ma è insufficiente la previsione normativa, il suo contenuto, rispetto alle esigenze di cui abbiamo bisogno. Altrettanto positiva è la semplificazione della normativa sulla ricostruzione privata; io stesso avevo chiesto in sede di riunione ANCI che venisse approvata una norma - poi inserita - che prevedesse la semplificazione nella presentazione delle domande, a mo’ di SCIA , con un controllo a valle da parte dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione, quindi la concessione di un contributo immediato.
Restano nodi irrisolti: la proroga dello stato di emergenza, che è solo annuale; noi chiediamo che sia almeno triennale, pari ad un esercizio di bilancio pluriennale che ci consenta di fare una programmazione nell’emergenza; non possiamo vivere, noi Comuni, in attesa ogni anno del rinvio della proroga del termine. C’è poi la questione della mancanza del personale: 200 unità sono un numero ridicolo; nel Decreto non è previsto alcun incremento, ciò di fatto non consente di rendere operativa la norma che consente ai Comuni di entrare in gioco nella ricostruzione leggera. Chiediamo che nel dibattito parlamentare questo numero venga ampliato significativamente.
Gravissimo poi, che non ci sia alcuna previsione sulla ricostruzione pubblica; abbiamo chiesto al Presidente che questa norma venga inserita da subito; si continua ad immaginare la nostra situazione come se fosse ordinaria: la situazione è straordinaria e occorrono misure straordinarie.
Abbiamo anche chiesto che vengano inserite le norme per le agevolazioni (economiche, fiscali, finanziarie) per le attività produttive: sia per le attuali, che stanno soffrendo, sia per le nuove attività.
Il tempo è scaduto, siamo oltre; ora dobbiamo correre attraverso il confronto. L’auspicio è che il tavolo convocato dal Presidente Conte sia credibile, e per essere credibile deve raccogliere le istanze dei territori molto più di quanto non sia stato fatto in passato, in cui abbiamo avuto risposte pari a zero.
Noi ci inseriremmo nel dibattito parlamentare per avere risposte definitive da un Governo che non deve ascoltare più nulla: sa quello che deve fare; deve solo attuare ciò che Sindaci e Presidenti hanno proposto in questi anni e negli ultimi mesi.