"E' ora che in questa città ci sia chi si assume il rischio di azioni coraggiose e non credo che il problema risieda nel costo delle spese di giustizia dell'arbitrato della Ruzzo Reti". Queste le parole, di qualche giorno fa, con cui il sindaco Gianguido D'Alberto rispondeva a chi lo accusava circa il pagamento di 15mila euro di spese legali per il contenzioso tra i due Enti richiesto dal Comune di Teramo per contestare il rimescolamento dei componenti del Cda, di un anno fa.
D’Alberto torna sulla vicenda a seguito della Ordinanza del Tribunale delle Imprese de L’Aquila, chiamato a decidere sulla invalidità della delibera concernente la nomina dei tre amministratori anziché dell’amministratore unico, come previsto dalla legge sul riordino delle società partecipate, al fine della razionalizzazione e del contenimento della spesa pubblica.
Il Tribunale delle Imprese, ha stabilito, in accoglimento della richiesta del Comune, che l’attuale legale rappresentante e Presidente del Cda della Ruzzo Reti, in quanto portatore dell’interesse personale a non essere rimosso dall’incarico, ha un interesse alla conservazione della deliberazione, anche se fosse illegittima, interesse che non coincide con quello della società.
Come più volte comunicato, vi sono in atto due procedimenti, quello ordinario del tribunale e quello del collegio arbitrale che dovranno esprimersi circa la vicenda. Ora, attraverso un’Ordinanza, il Tribunale delle Imprese ha di fatto “commissariato processualmente” il CdA della Ruzzo Reti S.p.A., nominando al suo posto per il giudizio un “curatore speciale” e riconoscendo, con ciò, il contrasto tra l’interesse degli Amministratori della Società e la società stessa.
Così come sottolinea la validità dell’azione del Comune di Teramo, volta a tutelare la posizione dell’assemblea dei soci.
La nomina del curatore speciale in luogo degli amministratori nel giudizio è tesa ad accertare se la scelta di nominare un Cda anziché un amministratore unico sia legittima o meno, nel secondo caso risultando la delibera chiaramente lesiva della corretta gestione delle risorse e finanze pubbliche della in-house. L’esplicitazione derivante dalla suddetta Ordinanza è legata ad evitare ingiustificati aggravi di spese di amministrazione.
“Accolgo con piacere questo documento - sostiene il Sindaco D’Alberto - che, alla stregua di ogni atto parziale, non sentenzia nel merito, ma traccia una chiara linea sui veri termini e sulla vera portata della questione, da me più volte sollecitata. Non un capriccio, ma il coraggio di una scelta presa esclusivamente a tutela di un interesse collettivo, di cui è portatore ciascun Comune socio e soprattutto di tutti i cittadini, che, in assenza di una epocale inversione di rotta della politica, continuerebbero a pagare di tasca propria scelte dettate da interessi di altra natura”.