• CANTORO
×

Avviso

Non ci sono cétégorie

CIAMMARICONIM5SIn linea con numerose Procure del resto d’Italia, apprendiamo dalla stampa che anche la Procura di Teramo ha aperto un fascicolo sulla gestione dell’emergenza covid19 e sui protocolli adottati dalla locale Azienda Sanitaria, atteso l’elevato numero di contagi tra il personale sanitario all’ospedale Mazzini, auspicando che venga fatta chiarezza anche sulla gestione a livello regionale in virtù dell’art. 117 Cost., come modificato dalla riforma del Titolo V del 2001, che al comma 3 definisce la “tutela della salute” fra le materie di competenza concorrente fra Stato e Regioni. Il che significa che lo Stato, come in tutte le materie a legislazione concorrente, può semplicemente determinare i “principi fondamentali” mentre la potestà legislativa è rimessa nelle mani delle singole Regioni.

Quello che è venuto a mancare, non solo in Abruzzo -come ricordato nell’ultima inchiesta della giornalista Milena Gabanelli nel suo Dataroom settimanale - è infatti un coordinamento a livello regionale per l’attuazione dei “piani pandemici” che ciascuna Regione, ciascuna Azienda locale e ciascun Presidio avrebbero dovuto avere pronto.

“Oggi il personale sanitario, conta 19.942 contagiati e 185 morti -scrive la Gabanelli - la questione riguarda anche noi cittadini, perché i medici positivi al virus rischiano di trasformare gli ospedali in focolai del contagio, e il livello di sicurezza del personale sanitario è una delle chiavi del successo (o dell’insuccesso) della lotta contro il coronavirus...” -e ancora- “Le Regioni avevano sul tavolo il piano contro le pandemie...”

Ed infatti i documenti reperiti, ci hanno confermato che La Regione Abruzzo, prima con la determina Dg14/60 del dicembre 2006 e poi con la delibera di Giunta 831 dell'agosto 2007, aveva costituito il Comitato Pandemico Regionale con 20 dirigenti ed esperti. Il Comitato aveva come scopo il coordinamento per una eventuale pandemia antinfluenzale e la "elaborazione del Piano pandemico regionale". Con un'altra delibera di Giunta, la 389 del luglio 2009, venne approvato il Piano "Strategie e misure di preparazione e risposta a una pandemia influenzale nella Regione Abruzzo" - (Piano Pandemico Regionale) - e sempre nel 2009 la Giunta integrò con altri esperti il Comitato Pandemico istituito nel 2006.

Nel Piano si ribadisce tra l’altro: “l'importanza del ruolo del Comitato pandemico regionale, prescrivendo altresì che ogni azienda sanitaria regionale si doti di un gruppo pandemico aziendale con relativo coordinatore; elabori il piano pandemico aziendale e, infine, definisca i piani di emergenza per i presidi ospedalieri.”
Tra le varie misure previste, troviamo quelle di "adottare i protocolli di utilizzo di dispositivi di protezione individuale (Dpi) per le categorie professionali a rischio, oltre a stimarne il fabbisogno, provvedere al loro adeguato approvvigionamento.”

Sempre nella delibera 389 del 2009 si legge:
- con determinazione DG21 del 28.2.2008 è stata assegnata al Servizio Prevenzione Collettiva della Direzione Politiche della Salute la somma di euro 300.000,00 per il Piano pandemico regionale successivamente impegnata con DG14/71 del 2008 da destinare alle Ausl del territorio per il Piano pandemico aziendale “.
Dunque sono state stanziate anche considerevoli somme di danaro per la realizzazione di tali documenti...

Toccherà ora alla Procura stabilire cosa sia andato storto e soprattutto se quei piani pandemici aziendali esistano o meno e comprendere il perché di un così alto numero di contagiati tra il personale sanitario in prima linea al Mazzini, visto che una disposizione del Ministero della salute del 25 marzo tra l’altro, raccomandava di monitorare continuamente attraverso i tamponi, il personale sanitario esposto anche se asintomatico ma potenzialmente infetto come purtroppo accaduto a Codogno e Vo Euganeo.
Pina Ciammariconi Consigliera M5S Teramo