Apprendo che il Governo regionale vorrebbe andare contro le disposizioni del Presidente Conte e del comitato scientifico, e aprire in anticipo l’Abruzzo. Ma si assumeranno i rischi di un eventuale disastro in termini di vite umane? Perché un conto sono le baracconate da circo dei soliti personaggi pronti a tutto pur di destabilizzare il Paese per i propri interessi, altro è la realtà. Io sono perfettamente cosciente e sono preoccupatissima dei danni economici che la mia Regione sta subendo, e sono vicina ad ogni singolo cittadino che sta soffrendo e che ha paura per il proprio futuro. Voglio dire ai nostri imprenditori, che stanno resistendo in questo disastro planetario, che presto arriveranno degli indennizzi dal Governo per cercare di compensare le loro perdite, e sono contenta che, grazie al Fondo di Garanzia messo a disposizione dallo Stato in Abruzzo, siano già state finanziate 367 operazioni, per un totale di oltre 57 milioni di erogazioni per piccole e medie imprese. La “fase 2” il 4 maggio deve assolutamente iniziare, ma con cautela estrema. Purtroppo i dati forniti dalla scienza sono inclementi: se avessimo riaperto tutto e subito, in un mese ci saremmo potuti ritrovare con 150 mila persone bisognose di terapia intensiva, a fronte di soli 9 mila posti disponibili. Sono stanca di ripeterlo: non si può fare sciacallaggio sulla vita delle persone. Tutti quanti non vediamo l’ora di ripartire, e nessuno vorrebbe penalizzare certe attività rispetto ad altre. Allo stesso tempo però non possiamo ignorare quello che dicono gli scienziati, cioè che non tutte le attività presentano la stessa potenzialità di causare nuovi contagi, nonostante i protocolli di sicurezza che tutti dovranno rispettare nella prima fase di ripartenza. E non tenendo conto di tutti questi fattori, e agendo con spregiudicatezza, si rischia di tramutare una fase di ripresa in un nuovo lockdown che davvero non possiamo permetterci. Cerco di essere chiara: in linea teorica in alcune regioni “a basso contagio”, come la nostra, si potrebbe ipotizzare una ripartenza più rapida che al Nord, e io vorrei portare avanti questa istanza, però prima devo avere delle rassicurazioni dalla nostra Amministrazione regionale che è responsabile del nostro sistema sanitario. In Germania in pochi giorni dalla riapertura l’indice di contagio è tornato ad 1, quindi quasi fuori controllo. Se dovesse succedere anche da noi abbiamo gli strumenti per fronteggiare un’emergenza-bis? Nella prima emergenza ci siamo salvati solo grazie al lockdown, infatti la negligenza con cui in Abruzzo è stato gestito l’aspetto sanitario mi ha costretto anche ad interpellare il Ministero della Salute, e in alcuni ospedali sono addirittura in corso indagini della Procura. Orbene, dopo 2 mesi dal disastro, siamo ora in grado di garantire un elevato numero di tamponi ed efficienza nell’analisi dei risultati? Riusciamo a mappare e isolare tutti i positivi tempestivamente? Siamo sicuri che verrà finalmente organizzata con criterio la medicina territoriale? I presidi ospedalieri sarebbero pronti a gestire i casi Covid non lasciando più privi di cure i malati di altre patologie? Se mi assicurano tutto ciò io sarò la prima a chiedere di riaprire l’Abruzzo, altrimenti la smettessero di comportarsi da irresponsabili, e prendano esempio dai cittadini che si sono comportati benissimo in queste settimane, senza fomentare la loro legittima esasperazione. Il Movimento 5 stelle sarà sempre al loro fianco.
On.le Valentina Corneli