Cittadinanza Attiva scrive al presidente Marsilio e all'assessore Fioretti per capire dove siano finiti i fondi per i centri antiviolenza.
Egregio dott.
Marco Marsilio
Presidente Regione Abruzzo
Egregio dott.
Piero Fioretti
Assessore Lavoro, Formazione professionale, Istruzione, Ricerca e università, Politiche sociali, Enti locali e polizia locale, Edilizia scolastica Regione Abruzzo
Egregio Presidente Marsilio ed Egregio Assessore Fioretti,
nei giorni scorsi si è accesa la polemica ed il dibattito a proposito dei fondi destinati ai Centriantiviolenza.
Se è vero, come è vero, che le segnalazioni che pervengono ai Centri (come peraltro testimoniato dai dati distribuiti da D.i.Re) sono aumentate a dismisura a causa della convivenza forzata cui il Covid costringe, è chiaro che ci si trova dinanzi ad un’emergenza nell’emergenza. Emblematico anche il femminicidio commesso pochi giorni or sono da un uomo ospite per il Covid della propria compagna.
In particolare, dai contenuti delle pubbliche denunce di D.i.Re e della rete dei Centriantiviolenza abruzzesi appare evidente che la Regione non abbia ancora sentito il dovere di elaborare una programmazione per l’utilizzo di questi fondi.
Va segnalato che i fondi da ripartire sono decisamente scarsi e non consentiranno interventi efficaci. Tuttavia i 30 milioni stanziati dal Governo sono disponibili dal 2 aprile.
Desideriamo conoscere quale sia il piano regionale per il loro utilizzo. In particolare se si ritenga di voler ancora continuare ad operare attraverso la presentazione di progetti. Se così fosse, ciò porterebbe ad un forte ritardo nell’attribuzione e nella spendita dei fondi.
Nel caso in cui, invece, il piano non sia stato ancora elaborato, ci uniamo alle richieste della Rete dei Centri abruzzesi e chiediamo che la Regione attivi una cabina di regia chiamando a partecipare anche le Associazioni che lavorano nel settore della Violenza contro le donne, nel rispetto del principio di sussidiarietà circolare.
Concordiamo anche sulla richiesta inviata dai Centriantiviolenza alle Procure al fine di indicare l’allontanamento del maltrattante dalla casa familiare, unitamente all’applicazione di provvedimenti coercitivi e di controllo che garantiscano l’effettiva lontananza del soggetto dalla casa familiare e dalle persone che compongono la famiglia.
Chiediamo, pertanto, di:
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allargare il tavolo di consultazione alle Associazioni che operano nel settore;
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appoggiare e sostenere presso il Governo la nostra richiesta tendente a far sì che, all’interno degli strumenti che verranno previsti per curare l’emergenza Covid, vengano con immediatezza individuati ulteriori fondi e procedure rapide, anche in deroga alle norme o regole ordinarie, affidandone la gestione direttamente ai Comuni presso i quali hanno sede i Centri e le case rifugio, per la loro spendita immediata. Tutto ciò ovviamente
garantendo l’anonimato delle persone assistite.
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individuare e stanziare subito ulteriori fondi regionali, da aggiungere a quelli nazionali ed
in attesa di questi, finalizzandoli al potenziamento e all’implementazione delle strutture della rete e delle case rifugio, anche in quanto a personale specializzato e di affiancamento.
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individuare comunque, in assenza di intervento organizzativo statale, un altro metodo rispetto a quello del finanziamento di progetti attualmente in uso. Metodo che potrebbe basarsi sulle reali esigenze numeriche (quante donne andrebbero assistite? Con quanti figli? ...) e qualitative (per quali esigenze specifiche immediate? ...). Il tutto operando con un decreto Presidenziale fino al ristabilirsi della normalità.
Restiamo a disposizione per ogni ulteriore informazione.
Confidando in un esito positivo della nostra richiesta, porgiamo cordiali saluti.
Aderiscono:
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Associazione Bon Ton
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Associazione De Finis
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Associazione Il Nastro Rosa
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Associazione THANA
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Rete Ester
Antonio Gaudioso,
Commissario Regione Abruzzo di Cittadinanzattiva