Non è un'acqua limpida quella che scorre dentro al Ruzzo. Anzi è avvelenata dalla politica: da una parte quella che la gestisce attualmente (Gatti e Ginoble) e dall'altra quella che l'ha gestita per anni: il Pd che adesso attacca e vuole "fuori" da via Dati gli attuali gestori. Il bilancio del Ruzzo passato ieri all'unanimità, ma con 26 sindaci presenti su 35 ha visto la contestazione del primi cittadini del Pd. L'assemblea, riunita ieri pomeriggio per analizzare i dati contabili su cui nei giorni scorsi si è scatenata la guerra delle interpretazioni, ha confermato sia la maggioranza a sostegno del cda che le posizioni critiche. Il primo cittadino teramano Gianguido D'Alberto, che ha da sempre contestato la tenuta del conti dell'azienda acquedottistica, al momento del voto è uscito dall'aula, seguito da altri colleghi di area Pd, e di questi, alcuni non hanno partecipato fin dall'inizio. A dare il via libera al documento che riassume i dati riferiti al 2019, dunque, sono rimasti i sindaci di centrodestra e di Italia Viva.
Il Sindaco D'Alberto, insieme ai colleghi di Controguerra, Sant'Omero, Castelli, Bellante, Mosciano, Crognaleto e Torano ha firmato una mozione per chiedere la convocazione di un'assemblea su attuazione dei piani d'ambito e industriale e sulla gestione al 30 giugno. Questa mattina, in Comune, maxi conferenza stampa per spiegare la loro posizione assunta ieri in assemblea e le prossime mosse che saranno messe in campo. Da non perdere ,lunedi 20 luglio la riunione convocata dall'ente di controllo del Ruzzo: L'Ersi.