Quella delle liste d’attesa è una criticità non più differibile. Siamo ovviamente felici che anche altri politici si siano accorti della gravità della situazione, dato che la nostra voce ci era sembrata fin troppo isolata quando, per primi avevamo sollevato la questione in Commissione Sanità.
Non possiamo che raccogliere le preoccupazioni espresse dal professor Vicentini, primario di Urologia sugli enormi ritardi accumulati nelle visite del suo reparto e con la diretta conseguenza che ad essere in ritardo sono anche gli interventi. E siamo certi che il caso di Urologia non sia isolato. Se i numeri sono quelli riportati appena ieri dalla stampa, possiamo presumere che anche altri reparti che curano patologie importanti (cardiologia, oncologia etc) vivano la stessa drammatica situazione.
Siamo ben consci che la sanità afferisce alle governance regionale, ma riteniamo che debba esserci una netta presa di posizione anche da parte di quella comunale per cercare di smuovere le acque. Perché a livello locale, stampa inclusa, si è parlato troppo di avvicendamenti ed incarichi, di totopoltrone ed investiture, e troppo poco della realtà quotidiana fatta di ritardi e slittamenti.
Auspichiamo quindi in tempi brevi che anche la giunta comunale manifesti , con le forme che le sono consentite (tavoli tecnici, conferenze di servizi) un maggior interesse verso situazioni che riguardano direttamentante tantissimi teramani. Gli stessi che sono alle prese con prenotazioni telefoniche spesso impossibili al CUP. Gli stessi che ogni mattina si vedono costretti a fare file vergognose nel pre triage dell’ ospedale Gli stessi che si vedono annullare una visita ( con tempi di preavviso troppo brevi) e trovarla posticipata di altri 5-6 mesi perché ci sono da recuperare ancora quelle dei primi giorni del lockdown, a meno che ovviamente, per avere tempistiche accettabili non si utilizzino intramenie e libera professione, che da scelte sono diventate un obbligo.
Ci piacerebbe poter dare le soluzioni, ma questo è compito dei pagatissimi direttori sanitari. Certo è che se le prestazioni venissero “spalmate” su di un oario più ampio (h 8.00-20.00), se tac e radiografie si effettuassero anche di notte o nei weekend, un certo recupero sulle tantissime pratiche accumulatesi in questi mesi ci sarebbe. Per garantire un tale ritmo sarebbe necessario un ampliamento dell’organico, ovviamente. Ed un ulteriore sforzo da parte dei i nostri medici ed infermieri che si sono già così bene distinti per coraggio ed abnegazione nel periodo più intenso della lotta al virus. Ma loro sarebbero i primi, crediamo, a cercare di dare una mano affinchè chi non è morto di Covid non muoia per i ritardi causati dal Covid.
A costo di ripeterci ,ci sembra venuto il momento che si smetta di diiscutere di poltrone e di direttori. Che si smetta di pensare che l’ubicazione del nuovo ospedale sia la panacea di tutti i mali. E che si accorcino i tempi di attesa, vero biglietto da visita di una struttura sanitaria sana ed efficiente. Sembra che lo abbia capito anche il DG Di Giosia ...ma purtroppo solo al 50%
Consigliere comunale Pina Ciammariconi
Movimento 5 Stelle