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MARIOCOZZI
Il mandato amministrativo del Sindaco di Teramo ha raggiunto i 32 mesi e ne restano 28 prima delle prossime elezioni, eppure non solo la cittadinanza non riesce ad apprezzare i risultati dell’attuale gestione, ma nemmeno si riescono a comprendere gli ipotetici sforzi dei quali ogni giorno D’Alberto ci informa dinanzi alle telecamere. Per l’intero 2020 il Sindaco ha ritenuto di aumentare il numero degli assessori da sette a nove, eppure nemmeno nell’anno appena trascorso si sono viste gru alzarsi, cantieri aprirsi, appalti realizzarsi. Al contrario abbiamo assistito ad un numero esorbitante di photo opportunity, grazie alle quali i teramani hanno potuto apprezzare la fotogenicità di un primo cittadino tanto vanesio quanto inconcludente.
È appena il caso di sottolineare che oltre 24 milioni di euro sono stati stanziati già dal 2017 per la ricostruzione post terremoto delle scuole comunali e degli edifici pubblici, ma ad oggi – dopo tre anni – nemmeno un euro è stato speso e nemmeno un cantiere è stato aperto per ristrutturare e mettere in sicurezza il patrimonio immobiliare del Comune, con un danno per il sistema scolastico e per il sistema produttivo della città che è ben visibile nella crisi drammatica del sistema commerciale teramano.
Il Sindaco risulta attivissimo quando c’è da formulare critiche nei confronti degli altri enti, dalla Regione alla ASL, peccato però che mentre gli altri sindaci della provincia erano impegnati ad organizzare lo screening per il rientro a scuola degli studenti e degli insegnanti, lui fosse in gita con il Commissario Legnini fra le montagne teramane. E sempre sull’argomento pandemia, mentre gli altri enti locali hanno organizzato al meglio gli uffici e gli ingressi nei palazzi pubblici, nella sede municipale di Via Carducci nel periodo critico non c’è mai stato un vigilante all’ingresso e una postazione elettronica per il controllo della temperatura degli utenti e dei dipendenti. Quanto all’organizzazione degli uffici, poi, da tempo i peggiori assembramenti di tutta la città si verificano proprio negli uffici comunali, e cioè all’Anagrafe e al Protocollo, fermo restando che l’URP è desolatamente chiuso.
Ci fa senz’altro piacere che qualche giorno fa, immancabilmente dinanzi alle amate telecamere, il Sindaco abbia ricordato il disastro politico che ha portato alla scomparsa della Tercas, con ciò facendo un’autocritica alla sua parte politica, ma constatiamo che qualcuno che era parte di quella tragedia collettiva ancora collabori con questa Amministrazione (si spera con esiti diametralmente opposti).
Quanto poi al servizio di Igiene Urbana e alla società Teramo Ambiente, constatiamo da un lato che D’Alberto non risponda mai alle legittime domande che si alzano da tutta l’opposizione, e dall’altro lato che da oltre due anni e mezzo nessuna decisione sia stata presa nell’interesse dei cittadini e a tutela dei lavoratori della società partecipata. Abbiamo assistito a un teatrino inconcludente sulla transazione dei debiti/crediti fra il Comune e al TeAm, ad un teatrino inconcludente sulla gara a doppio oggetto che il sindaco ha annunciato essere imminente fin dal suo insediamento, ad un teatrino inconcludente sui servizi cimiteriali in scadenza nel prossimo mese di febbraio (e ricordo incidentalmente che la precedente Amministrazione procedette all’ampliamento del cimitero di Cartecchio, mentre da due anni e mezzo non si realizza nessun nuovo ampliamento cimiteriale, neanche nei cimiteri frazionali, al pari del progetto per l’impianto di cremazione avviato dalla precedente Amministrazione che ugualmente da due anni e mezzo non ha fatto un passo avanti). Lo scorso dicembre, solo a seguito della mozione presentata da un gruppo della minoranza sull’acquisto delle quote private della TeAm, il Sindaco ha compiuto l’ennesima piroetta e si è allineato a tale ipotesi, senza dare la minima spiegazione su come mai la tanto invocata gara a doppio oggetto non sia più così risolutiva. E se ciò non bastasse, a mia precisa domanda il Segretario Generale ha risposto formalmente che la situazione attuale dei rapporti fra il Comune e la TeAm è “contra legem”, cioè contraria alla legge. Perdendo ulteriore tempo si mettono a serio rischio molti posti di lavoro, solo e soltanto per l’insipienza e l’inerzia della maggioranza comunale, la quale – ricordo – ancora non procede ad approvare il PEF del 2020 (non del 2021, del 2020!). Infatti, in assenza di un contratto di servizio per la gestione dell’igiene urbana e giungendo a scadenza anche i servizi cimiteriali, diverrà inevitabile la messa in mobilità di molti lavoratori.
Per consuetudine i sindaci danno conto a scadenze fisse dei progetti messi in cantiere e dei risultati raggiunti, ma D’Alberto no lo ha fatto né dopo i primi cento giorni, né dopo il primo anno, né dopo il secondo e nemmeno dopo la metà della consigliatura. Così come non abbiamo avuto alcuna notizia delle verifiche di maggioranza e dei risultati amministrativi ottenuti dai nove assessori, impegnati mediaticamente ma impalpabili a livello amministrativo. Pertanto, se D’Alberto non è troppo occupato a farsi fotografare, sarebbe opportuno un confronto televisivo con il sottoscritto nel quale dibattere di persona dei troppi problemi che necessitano di risposte.
 Il Consigliere Comunale Mario COZZI