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Dopo la brevissima parentesi di inzio anno in zona gialla, è l’arancio il colore che accompagnerà l’Abruzzo in questa seconda fase dell’emergenza COVID-19, che ha già colpito duramente la nostra regione e rischia di incidere ancora di più sui servizi scolastici, già provati dalle prolungate chiusure subite fino ad oggi.
L’11 gennaio siamo stati tra le pochissime regioni ad aver potuto riaprire le scuole di ogni ordine e grado, diventando una sorta di laboratorio sperimentale a livello nazionale, insieme a Toscana, Valle d’Aosta e provincia di Trento, per quanto riguarda la didattica in presenza per le scuole superiori. Alla luce di quanto si evince dagli ultimi dati del monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità, stante la volontà politica di riportare gli studenti italiani in classe, oggi deve essere ancora più evidente la necessità di garantire la possibilità per le scuole di rimanere aperte, anche nell’eventualità del peggioramento dell’emergenza.
E’ superfluo sottolineare come tutti gli operatori della scuola – insegnanti, ma anche personale non docente - si trovino ad operare a contatto con un numero elevato di colleghi e studenti, risultando potenziali vittime o vettori dell’infezione. Tuttavia, nonostante la particolare esposizione al rischio, tali lavoratori vengono sottoposti al tampone molecolare solo quando manifestino evidenti sintomatologie o venga accertato il loro contatto stretto con eventuali soggetti contagiati. Molto spesso, inoltre, l’evidenza di un positivo accertato secondo tale metodologia, porta all’isolamento fiduciario di intere classi di alunni, con la conseguente interruzione della didattica.
In virtù di tali esigenze, riteniamo che sia necessario, in attesa della vaccinazione di massa, mettere in campo azioni di prevenzione che possano in qualche modo anticipare e mitigare le conseguenze della diffusione del contagio nell’ambito scolastico. Ci rivolgiamo quindi, in particolare, all’assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì, oltre che a tutta la giunta del presidente Marsilio e al Consiglio Regionale, affinchè si metta in campo un programma di screening periodico, destinato su base volontaria al corpo docente e al personale della scuola della nostra Regione, basato sui tradizionali tamponi molecolari, almeno ogni 15 giorni – come avviene ad esempio per i lavoratori di altri servizi essenziali –, da affiancare alle lodevoli iniziative messe in opera da alcune amministrazioni comunali, come quella teramana, destinate agli studenti,docenti e personale scolastico condotte attraverso l’utilizzo dei test sierologici rapidi.
Quello che noi auspichiamo è un programma di screening attivo, organizzato su base regionale con il coivolgimento diretto delle 4 ASL del territorio abruzzese, che consenta di controllare puntualmente lo stato di salute del personale della scuola, per contenere la diffusione di eventuali contagi all’interno dell’intero comparto, garantendo una maggiore attenzione ai lavoratori e ai ragazzi, che consenta di rendere davvero le scuole “sicure”, oltre le semplici dichiarazioni di facciata.
Nel momento in cui la campagna vaccinale è ancora ai suoi esordi e quando nuove varianti più aggressive del virus vengono individuate anche tra la nostra popolazione, riteniamo che la proposta sia uno sforzo utile a scongiurare nuove chiusure generalizzate e difendere insieme il diritto all’istruzione e alla salute.

Coordinamento Bella Teramo

 

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