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«Bisogna trovare una strada per parlare della nostra montagna in positivo. I sindaci si devono assumere la loro responsabilità. Questa è la mission delle istituzioni per il rilancio dei Prati di Tivo. La rioapertura della seggio-cabinovia deve essere un argomento scontato, e se non ripartirà ci saranno responsabilità personali, di tutti. L’impianto quest’estate dovrà essere funzionante». Lo ha detto il presidente della Provincia Diego Di Bonaventura durante il consiglio provinciale chiesto dalla minoranza che si è svolto in modalità on line.

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Il confronto sul futuro della montagna teramana ha dominato il Consiglio provinciale dove è stata respinta la mozione della Casa dei Comuni ma tutti d’accordo sulla necessità di fare presto una scelta. Entro il 30 aprile sostiene il liquidatore altrimenti non resterà che il fallimento. Sono intervenuti anche i Sindaci.

“Non strumentalizziamo una situazione grave per la comunità: chiudiamo le vertenze in corso e continuiamo a lavorare” ha dichiarato il presidente Diego Di Bonaventura

Teramo 16 marzo 2021. Argomento centrale del Consiglio riunitosi oggi, la valorizzazione del comprensorio di Prati di Tivo-PratoSelva. Il confronto si è aperto con un ordine del giorno presentato dal capogruppo della Casa dei Comuni, Mauro Scarpantonio nella quale si chiedeva l’apertura di tavoli di lavoro condivisi per il rilancio della montagna e il futuro degli impianti sciistici. Una mozione boccia a maggioranza.

Va ricordato che da settembre – dopo che i bandi per la vendita degli impianti sono andati deserti - la Gran Sasso Teramano (società partecipata da Provincia e Comuni, Usi civici, Regione e Camera di Commercio) e la Provincia hanno ricevuto tre manifestazioni di interesse per l’acquisizione delle quote societarie detenute dalla Provincia: dalla Ontier srl, dallo studio legale Vinti di Roma in rappresentanza di un raggruppamento di imprese e dalla Siget.

Nel frattempo l’Assemblea dei soci, nei mesi scorsi, ha confermato la custodia e la gestione degli impianti alla Finori srl. Ma, a prescindere dal fermo imposto dalla pandemia, gli impianti rimangono chiusi perché è stata revocata la concessione da parte dell’Asbduc (usi civici, proprietaria dei terreni dove insistono gli impianti) che vanta canoni arretrati. Anche il Comune di Fano Adriano ha presentato un’ingiunzione di pagamento alla Gran Sasso Teramano per crediti non riscossi.

Al termine di un ampio confronto che ha visto l’intervento – oltre che dei consiglieri provinciali – anche del liquidatore della società, Gabriele Di Natale e dei sindaci di Pietracamela e Fano Adriano: Michele Petraccia e Luigi Servi, la mozione della “Casa dei Comuni” è stata respinta ma tutti hanno ribadito l’urgenza di arrivare ad una scelta. In sala anche il presidente dell’Asbduc, Paride Tudisco, Erminio Di Ludovico amministratore della Siget e l’attuale gestore degli impianti, Marco Finori. Entro il 30 aprile bisognerà esprimersi sulla opportunità di vendere le quote pubbliche o di ricapitalizzare per ripianare i debiti, altrimenti, ha sottolineato il liquidatore Gabriele Di Natale. “non rimane che il fallimento della società”.