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GIORGIODIGNAZIOP

Non voglio fare un elenco di quei settori maggiormente colpiti dalla crisi che la pandemia da covid-19 ha generato; è chiaro che tutti coloro che hanno subito danni nella propria attività o addirittura hanno perso il lavoro devono assolutamente essere ristorati ed aiutati.
Certo è che il settore del Turismo ha ricevuto una “mazzata” terribile e con esso tutto l’indotto, tutti coloro che vivevano per dare servizi ai turisti, dai più grandi ai più piccoli, dal ristorante di piazza San Marco a Venezia al piccolo pescatore di Lipari, dai possessori di yacht di lusso a noleggio all’affitta gommoni delle isole Tremiti e così via.
L’immaginario collettivo viene chiaramente colpito dalla feroce crisi del turismo che ci ha visto invece protagonisti assoluti negli anni antecedenti la pandemia: ricordo bene quando da assessore al turismo della regione Abruzzo, presente nei più importanti eventi nazionali ed internazionali, vedevo crescere di mese in mese i numeri delle presenze sul nostro territorio ed i nostri addetti ai lavori crescevano in qualità dei servizi offerti tanto che con grandissimo orgoglio ricevevo premi nelle più importanti fiere del turismo.
Oggi purtroppo non è più così, ma il turismo è un Tesoro e non possiamo non scavare fino in fondo per trovarlo perchè i numeri sono impietosi : non si viaggia più per vacanza – 68,7 %; non si va nelle seconde case – 51% ; la piccola ripresa dell’estate 2020 ha comunque un segno meno davanti: l’Abruzzo sconta un – 30% circa.
Bisogna considerare che il turismo nel territorio nazionale con i suoi 200 miliardi di euro come giro di affari è una fetta che oscilla dal 6% al 12,8% del pil se si considera anche l’indotto e sono sicuro che con l’avanzare della campagna vaccinale e con i relativi allentamenti delle restrizioni il turismo estivo subirà un netto rimbalzo a valere in particolare sul nazionali, sull’internazionale sono ahimè convinto che sconteremo ancora per un po' di tempo la crisi, il calo stimato da una forbice che arriva sino a - 70% delle presenze straniere in Italia.
Dico questo non perché voglio che ci piangiamo addosso ma perché è chiaro a tutti che possiamo e dobbiamo reagire.
Nel PNRR (di recente approvazione) c’è uno strumento che prevede una linea di intervento specifico all’interno della missione 1 e ci sono a disposizione del settore 6,68 miliardi dal Recovery Fund più 1,44 miliardi dal fondo aggiuntivo; si poteva fare di più, certo, ma abbiamo gli strumenti per ripartire.
Come prima cosa abbiamo il prodotto da vendere al turista: la nostra Italia con 55 siti riconosciuti patrimonio dell’umanità dall’Unesco è la nazione che ne ha di più insieme alla Cina; abbiamo migliaia e migliaia di chilometri di coste con spiagge attrezzate o rocciose, abbiamo monti, borghi, castelli ,laghi luoghi d’arte e di cultura, una rete di cammini così come una enogastronomia unica al mondo, sappiamo fare turismo perché lo facciamo da tanto e allora rimbocchiamoci le maniche e ripartiamo con tutta la forza che abbiamo.
Facciamo rete, squadra, via ai campanilismi fra territori o regioni; oggi la nostra sfida vede come “avversari” la Grecia, la Croazia ecc che hanno già puntato sulla sicurezza.
Certo la sicurezza oggi è fondamentale per cui anche se dovessimo scontare ancora qualche settimana di restrizioni non sarà la fine del mondo se davanti abbiamo “la bella stagione” .
Bene ha fatto il premier Draghi ad invitare i turisti stranieri in Italia che fra le altre cose contavano ben 48 miliardi di euro, non sono personalmente un tifoso del passaporto vaccinale (e non per un fatto di privacy) ma solo perché lo vedo un po' complicato per il turista ma soprattutto perché non ci distingue dalle altre nazioni europee.
Bisogna a mio avviso dare un sogno a tutti quei turisti che potrebbero venire in Italia innanzitutto perchè l’Italia è un sogno : questo è il brand che dobbiamo veicolare nel mondo e da cui ripartire per non perdere la sfida.

 

Giorgio D'Ignazio