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Facendo seguito al precedente comunicato concernente le nominande giunte della Regione Abruzzo e dei Comuni dove si è votato il 25 maggio, mi sento in dovere di tornare sull’argomento per ribadire un suggerimento che – lungi dall’essere isolato – appare pervasivo negli enti locali della provincia.   Il consiglio non richiesto al sindaco Brucchi, per il varo della nuova Giunta, era e resta quello di nominare nove componenti effettuando contestualmente il dimezzamento delle indennità assessorili.   Rimarco che ciò consentirebbe:   1) la possibilità di poter avere il maggior numero di professionalità e di capacità in servizio permanente effettivo per il bene di Teramo;   2) una consistente riduzione di costi della pubblica amministrazione, addirittura maggiore di quanto auspicato da Manola Di Pasquale, perché in tal modo si corrisponderebbero solo quattro stipendi e mezzo in luogo dei cinque stipendi interi suggeriti dal PD;   3) la minimizzazione dei costi e la massimizzazione delle prestazioni, delle disponibilità e dei benefici (primo fra i quali quello di fornire un aiuto minimo, ma simbolico, ai bisognosi tramite l’istituzione di un Fondo di solidarietà sociale alimentato con i quattro stipendi e mezzo non più eventualmente erogati agli assessori per effetto del dimezzamento delle loro indennità).   Quello che frattanto è emerso, oltre al già ricordato sindaco di Giulianova Mastromauro che ha dimezzato le indennità dell’intera sua Giunta per far confluire le risorse risparmiate in un fondo di solidarietà per il sociale, è che:   1) il neosindaco civico di Montorio al Vomano Gianni Di Centa ha ridotto pure lui le indennità da sindaco e quelle degli assessori;   2) il neosindaco di centrodestra di Sant’Egidio alla Vibrata Rando Angelini ha pubblicamente annunciato a sua volta l’azzeramento delle indennità di tutta la Giunta per farle confluire in un fondo per il sociale e la cultura;   3) il neosindaco di centrosinistra di Nereto Giuliano Di Flavio ha anche lui pubblicamente annunciato una riduzione delle indennità degli amministratori.   Come si vede, sindaci di qualsivoglia estrazione politica si indirizzano tutti verso scelte ineluttabili che vanno nella direzione chiesta dai cittadini: quella di mettersi al servizio delle comunità in difficoltà e non quella di farsi pagare delle prestazioni da professionisti della politica.   Gli esponenti della Lista “Insieme per Te”, forse inavvedutamente, hanno condotto un ragionamento incompleto nell’ansia di ribattere alle richieste del PD che chiede si facciano soli 5 assessori, comunicando che “se Brucchi deve fare una Giunta con 5 Assessori in un Comune di oltre 50mila abitanti – come chiede la Di Pasquale – il Sindaco Mastromauro, esponente del centrosinistra confermato a Giulianova, città con meno della metà dei cittadini, dovrebbe fare una Giunta di 2 assessori”.   Anche volendo accogliere un simile modo di argomentare, resta vero che se Mastromauro nomina il numero massimo di assessori che gli consente la legge, è altrettanto vero che dimezza le indennità a tutti i componenti della sua Giunta; per cui delle due l’una: o Brucchi nomina nove assessori (cioè il massimo consentito) e ne dimezza le indennità, oppure Brucchi riduce il numero degli assessori risparmiando ai cittadini l’onere di doverne pagare i relativi emolumenti.   Nel caso si scegliesse la via dei nove assessori e del mantenimento degli attuali livelli retributivi dei componenti della Giunta comunale di Teramo, non si potrebbe che prendere atto che il nostro rimarrebbe l’unico Comune in controtendenza rispetto a quelli della provincia, con un tasso di famelicità e di voracità delle risorse pubbliche che paleserebbe la totale insensibilità del sindaco alle condizioni drammatiche della popolazione teramana.       Maria Cristina MARRONI Consigliere comunale di Teramo