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CIAMMARICONIM5SSiamo ancora sconcertati dalla replica del Sindaco di Teramo alla nostra interrogazione sull’Ospedale nel question time di martedì.
Il primo cittadino, che da ora in poi definiremo-sulla questione- il Sindaco Tentenna, si mostra (in)deciso su tutto. Sottolinea l’importanza ed il ruolo del consiglio comunale, dell’ascolto dei comitati civici ma poi chiosa “Ben venga l’Ospedale a Piano D’accio, se nell’area Mazzini resteranno imporanti servizi sanitari…” ma scherziamo?
Quale servizio sanitario può, per peso strategico, essere paragonato ad un Ospedale? Quali possono essere i presidi che lo sostituiranno? Laboratori ed uffici? E quanta parte dell’enorme cubatura lì presente essi potranno assorbire? Ecco, la tanto paventata Cattedrale nel deserto è bella e pronta. Si sta quindi barattando l’importanza storica e socio-economica di un circondario che ospita migliaia di persone tra personale, pazienti e parenti di questi ultimi, in cambio di...uffici.
Sarebbe come spostare un volume di affari di centinaia di migliaia di euro in cambio di uno di qualche decina.
La successiva precisazione del sindaco di chiedere alla ASL precise garanzie sui finanziamenti suona in effetti comica, dopo la pesantissima strigliata che l’Ente ha avuto dalla Corte dei Conti.
Non esattamente una garanzia…
In ogni caso, Di Giosia e compagnia cantando, l’hanno pure messo nero su bianco che mancano un centinaio di milioni. Cosa volete che siano?
Altro passaggio, l’incontro del 10 gennaio: non era il suo livello di interlocuzione. Ma come? Parliamo di un Ospedale di Teramo, parliamo di un argomento che sta mobilitando i cittadini... E non doveva essere presente il primo cittadino?
Ancora: i medici devono decidere e l’urbanistica adeguarsi. Intanto speriamo che i medici non reputino di fondamentale importanza le biblioteche ed i ristoranti, come talvolta è emerso. Poi, i due livelli-urbanistico e sanitario, possono comunque, andare di pari passo. Qui si subordina platealmente il primo al secondo.
Per finire, D'Alberto reitera la narrazione (chiaramente di parte) che se l’intervento si farà nella vecchia area, durerà anni...Tutto, ma proprio tutto da dimostrare. Se intanto i vertici ASL rendessero pubblici gli studi di fattibità, che speriamo abbiano contemplato seriamente un intervento in situ a Villa Mosca con specifiche tecniche su modi e tempi di realizzazione, magari anche noi mortali potremmo farci un’idea più chiara...
Come abbiamo sottolineato in diversi comunicati, questo della delocalizzazione dell’Ospedale è l'errore più grande della storia recente della città, pari se non peggiore all'Università a Colleparco, dal punto di vista dell'impatto economico. E come infelicità di scelta, almeno paragonabile all'abbattimento del teatro Comunale del 1959.
Errori macroscopici, decisi quasi sempre nelle segrete stanze e con il solo profitto (di pochi) come scopo, per poi piangere nei 50 anni successivi.
Sta succedendo di nuovo...
Pina Ciammariconi.