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Sarà l'avvocato Pietro Referza il legale esterno incaricato dall'amministrazione D'Alberto a rappresentare e difendere il Comune innanzi al Tar nel ricorso intentato dai sindacati sul caso-Personale.

L'incarico tra patrocinio e oneri del contenzioso prevede una spesa ad horam di circa 10mila euro per l'ente ed è nero su bianco nella determina dirigenziale N. 978 del 03/06/2022.

Ma perchè il Comune ha deciso di ricorrere ad un incarico ad un legale esterno? Lo si legge nella determina:

“...TENUTO CONTO che la Civica Avvocatura non può provvedere, allo stato, ad assumere l’incarico della rappresentanza e difesa in giudizio dell’Ente, in considerazione degli adempimenti relativi ad altri concomitanti giudizi, nonché dell’ormai nota carenza di personale, tenuto conto che attualmente dei tre avvocati da cui era costituita l’Avvocatura, una, la dirigente, sta fruendo e dovrà ancora fruire di un cospicuo numero di giorni di ferie non godute negli anni precedenti, per ragioni di servizio, in vista del suo imminente pensionamento, mentre l’altra è stata recentemente comandata in altro Ente;
che tale situazione sta determinando e determinerà un considerevole aumento del carico di lavoro nei confronti dell’unico avvocato patrocinante attualmente in servizio, che non consente di assumere ulteriori nuovi incarichi...”

La domanda sorge spontanea: ma se è vero che c'è “l'ormai nota carenza di personale” al punto che bisogna ricorrere all'esterno, perché l'amministrazione D'Alberto ha dato il nulla osta ad una delle avvocatesse del suo settore per andare a lavorare all'Inail?

E perché non si è chiesto alla dirigente pensionanda di seguire l'ente, come fatto egregiamente in questi anni in tantissimi contenziosi, pattuendo (magari) il pagamento di una parte delle ferie maturate?

Ultima domanda: che succederà quando la dottoressa Cafforio andrà in pensione? Il settore che fine farà? Resterà o...?

gasparastampa