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"E' un sogno che si avvera ma sopratutto è il meritato traguardo reso possibile dalla capacità di programmazione e pianificazione dell'ufficio Ambiente del nostro Comune, che ringrazio, degli uffici della TeAm e di tutti coloro che credono fermamente nel valore assoluto che il biodigestore di Carapollo rappresenterà non solo per i teramani, che potranno risparmiare sensibilmente sulla tariffa, ma anche per il resto della Provincia di Teramo orfana di impianti da anni". Parola dell'assessore all'Ambiente, Martina Maranella, che stamane ha illustrato i dettagli del futuro biodigestore che dovrà essere realizzato a Carapollo entro e non oltre il 2026. Con lei, a gioire del risultato raggiunto, oltre al sindaco Gianguido D'Alberto, anche il presidente TeAm, Sergio Saccomandi: "Col biodigestore andremo ad abbattere, se non addirittura ad azzerare, quegli oltre 140 euro/tonnellata che attualmente ci costa la gestione del rifiuto organico tenuto conto dei costi di trasporto e smaltimento. Non solo, andiamo a sanare di fatto la ferita aperta del Cirsu come hanno ricordato il sindaco e il direttore dell'Agir, Luca Zaccagnini". A conferire l'organico nel futuro biodigestore di Carapollo saranno anche i 13 Comuni consorziati con la Poliservice (ossia i 12 della Val Vibrata e il Comune di Crognaleto), come confermato dal presidente, l'avvocato Gabriele Rapali, e tutti i Comuni del Mo.Te (presente oggi Ceci, assente causa impegno romano Nicola Salini). E' spettato all'ingegner Giosuè di TeAm illustrare i dettagli tecnici del biodigestore. Al suo fianco, il consigliere delegato alla TeAm, Emiliano Carginari. Zaccagnini, collegato da remoto stamane, ha ricordato come i 28milioni di euro concessi al progetto del biodigestore di Teramo si sommano ai 20 milioni per il progetto di Cupello e 15 milioni per quello di Lanciano, per un totale, dunque, di 63milioni riconosciuti all'Abruzzo.

I DETTAGLI:

Un biodigestore è un impianto all'interno del quale avviene la 'digestione', in assenza di ossigeno (anaerobica), della parte organica dei rifiuti solidi urbani (umida e verde), attraverso l'azione di appositi batteri. Il prodotto finale di questo processo sono biogas e un residuo di 'digestato' • L'impianto è compatibile con l'ambiente, con la 'neutralità climatica', coerente con la decarbonizzazione e l'economia circolare per la mobilità sostenibile. • A Carapollo, nel centro di raccolta e smistamento, la Teramo Ambiente realizzerà un biodigestore per la produzione di biometano da frazioni organiche dei rifiuti urbani, grazie al finanziamento di 28.104.478,70 euro assegnato al Comune di Teramo nell'ambito dell'Avviso M2C Linea di intervento B del PNRR.

Dalla biodigestione si otterrà energia, si ridurranno le emissioni di CO2 e garantire il bio-combustibile per i veicoli pubblici, nonché alla flotta de, mezzi della Teramo Ambiente piuttosto del trasporto pubblico • La capacità dei biodigestore di Carapollo sarà di 35-40mila tonnellate all'anno di rifiuto organico della raccolta differenziata, ai quali possono essere aggiunti gli scarti dell'attività agricola

I BENEFICI sono: - sostituire il gas naturale (risorsa non rinnovabile) con il No-metano il cosiddetto 'Green gas', ed utilizzarlo come combustibile per automazione, con parte residuale destinata ad impianti di cogenerazione per soddisfare i consumi di energia elettrica e riscaldamento - eliminare l'impatto ambientale: si calcola la 'digestione di 34.000-40.000 tonnellate di rifiuti organici, elimini l'equivalente di 170mila chilometri all'anno percorsi da un Tir con capacità di carico pari a 30 tonnellate: il risparmio in termini di CO2 è pari a 120.000 kg all'anno - contenere il consumo di suolo e bonificare una ferita ambientale: a Carapollo l'impianto, contestualizzato nella zona circostante ed ecosostenibile, sorgerà al posto dell'inceneritore realizzato oltre 40 anni fa e 'spento' da decenni, un ecomostro da archeologia industriale - ridurre il costo di conferimento (trasporto) dei rifiuti solidi urbani ad altro impianto e di smaltimento per Teramo capoluogo e per i comuni della provincia, eliminando anche il traffico dei mezzi sulla strada (economia stimata per 35.000-40.000 t pari a 1,4 milioni di euro/anno) - ridurre il costo della bolletta - incrementare i posti di lavoro 'green' nel territorio provinciale.