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Oramai è certa la candidatura di Joe Biden alle prossime presidenziali, come il suo accesso al secondo mandato per gli enormi successi raccolti in politica interna, su temi economici e civili, che è il punto vincente di ogni elezione presidenziale, oltre allo storico successo in politica estera, tema dove è stato capace di ricompattare il Patto Atlantico contro ogni possibile previsione –ma non di chi scrive.

Ma oggi in America non si discute affatto degli innegabili successi politici della prima presidenza Biden, bensì si questiona sulla sua età, cioè se sia il caso di candidare un uomo anziano, che oggi ha già 80 anni, ad assumere per la seconda e ultima volta una carica così importante e impegnativa.

Se lo chiede ad esempio David Remnick nell'ultima puntata del podcastThe New Yorker Radio Hour (link puntata dell'11 gennaio 2023: https://bit.ly/3W7i4by) dialogando con il gerontologo Jack Rowe, docente alla Columbia e ad Harvard; e il vecchio professore, sciorinando statistiche come fosse un bookmaker alla sala scommesse, si dimostra ottimista fino all'eternità, ché la vecchiaia oramai non è più quella di una volta – detto tra noi, ha votato e voterà Biden.

Ma la questione dell'età del Presidente in carica non è affattonuova perché fu evidenziata già nelle presidenziali del 2020 quando Biden fu eletto a pochi giorni dal suo 78° compleanno. Certo quella degli Stati Uniti d'America è una democrazia che, tradizionalmente, elegge presidenti ancora cinquantenni, da George Washington e fino all'Era Obama, per una età media di 55 anni. Difatti è un fatto mai successo prima del 20 gennaio 2017, con l'elezione di Donald Trump, che alla Casa Bianca risiedesse addirittura un settantenne – il più vecchio presidente eletto a insediarsi alla Casa Bianca della storia degli Stati Uniti d'America,fino a quel giorno, era stato, il 20 gennaio 1981, ilsessantanovenne Ronald Reagan –, per passare subito dopo, il 20 gennaio 2021, a Joe Biden e ai suoi 78 anni belli che compiuti ilgiorno del suo insediamento – per chi se lo stesse chiedendo, il più giovane presidente degli Stati Uniti d'America è stato, invece,Theodore Roosevelt che, dopo l'assassino di William McKinley, da Vice Presidente, giurò e si insediò alla Casa Bianca il 14 settembre 1901 a soli 42 anni.

Ma, anche se il Professor Rowe non sarebbe d'accordo, l'unica malattia a cui nessuno sfugge, a Dio piacendo, è la vecchiaia: in realtà la polemica anti Biden è stata sempre spinta sul suo stato di salute, addirittura avanzando dubbi sulla sua lucidità mentale, sulla affidabilità della sua memoria, ma è anche vero che il più grande presidente che gli Stati Uniti d'America abbiano mai avuto – e che si possa mai sperare tanto grande di avere come guida di una Nazione – è stato un poliomielitico sulla sedia a rotelle che li ha guidati per ben 4 mandati superando la più grande crisi economica della storia e vincendo la Seconda guerra mondiale, il democratico Franklin Delano Roosevelt – è solo nel 1951 che fu riformato il XXII emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America limitando a massimo due mandati l'elezione a Presidente e proprio per evitare egemonie personalistiche, anche se con Roosevelt ciò non avvenne perché tra lui e il popolo americano fu proprio un connubio d’amore che superò ogni differenza politica per il bene dell’intero Paese.

È certo che neanche il Partito Democratico si aspettava una tale resa da parte del suo Presidente, considerata la Vice Presidenza di Kamala Harris (58), pronta a garantire una successione politica per quella che in principio consideravano una presidenza di un solo mandato, lungimiranza che non si è avuta nell'Era Obamalasciando colpevolmente un vulnus politico dove ha avuto buon gioco il populismo trumpiano.

Ma nonostante tutto questo discorrere, Joe Bidensono certo, rimarrà Presidente.

MASSIMO RIDOLFI