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NUOVOMAZZINI«Costatiamo che il programma della costruzione di una nuova struttura ospedaliere in Fiumicino (piano d'accio) vedrà un lento processo di degrado del Mazzini partendo dal declassamento degli immobili presenti, per i quali non sarà più necessario l'adeguamento sismico. Oltre al danno che ne giunge per la città di Teramo anche la beffa. Un percorso già noto per la città, sono sotto gli occhi di tutti gli abbandoni degli immobili a partire dall'ex psichiatrico Melatino. La scarsa visione espressa da tale visione sarà un grande danno per la città di Teramo. Gli immobili con alte tecnologie se declassati tendono a spegnersi con gravi danni al territorio. Questo è quello che succederà a Villa Mosca, ci ritroveremo con un ecomostro da dover gestire. Inoltre l'assenza totale di programmazione e pianificazione per un simile intervento è un chiaro segnale di regressione per il governo del territorio. Ammesso che interessi speculativi potessero giungere da realtà imprenditoriali tese allo sviluppo di territori per i quali l'urbanistica del XX secolo ha tentato di disciplinare attraverso strumenti piani e programmi, un intervento di delocalizzazione di un ospedale avrebbe voluto uno studio attento con redazione di un nuovo strumento urbanistico, indagini ed analisi territoriali specifiche e di dettaglio. Nulla di tutto ciò. L'ente che deve tutelare la salute dei cittadini decide di fare tutto ciò. Un ente che non ha competenze, e che con tale scelta ne declina la propria e totale non competenza, producendo a corredo della stessa una documentazione del tutto inadeguata. Percorsi intrapresi del tutto scorretti ne hanno conclamato tale capacità. Nonostante i cittadini hanno manifestato il loro totale dissenso, il percorso comunque sembra andare avanti. La classe politico dirigenziale della città invece di preoccuparsi di fare attente valutazioni su tale percorso, ha cercato di ricondurre sul piano normativo il chi fa cosa, rimbalzando competenze e responsabilità. Queste posizioni non dovrebbero prevalere sui processi decisionali di tale rilevanza. L'assenza di pianificazione apre la strada ad atteggiamenti distorsivi dei fenomeni di sviluppo della città. Immaginiamo quindi una nuova città a San Nicolò dove all'interno di un fazzoletto di terreno costipato tra fiumi e ferrovia e superstrada troveremo concentrate le più importanti attività: il centro commerciale della città, lo stadio, l'ospedale, le strutture universitarie e programmate anche quelle alberghiere. Quindi la città storica e quella posta a monte continuerà il suo lendo processo di abbandono. Assentire tale intervento significa decretare la morte della città a vantaggio di chi? L'interrogativo e d'obbligo ma l'assenza di studi previsioni analisi non devono essere assenti. Le valutazioni devono mantenere professionalità e qualità, cosa che non emerge nella valutazioni. Come non emergono anche valutazioni comparative adeguate. La scarsa documentazione testimonia tale posizione. Unna posizione le cui competenze sono in testa ad altri soggetti. Ci saremmo attesi che in affiancamento alla ipotesi di delocalizzazione dell'ospedale, ci fossero ipotesi di nuovo PRG, e progetto di riqualificazione del Mazzini. Invece nulla di tutto ciò».
Lo scrive il comitato promotore nuovo ospedale Mazzini evidenziando, se ce ne fosse ancora bisogno che con la scelta di fare l'ospedale a San Nicolo' si è deciso di delocalizzare la Città di Teramo a San Nicolo' e questa non è una felice scelta. Anzi.