Vincenzo D’Ercole ci piace. E’ un giovane Sindaco capace di impegnarsi e di realizzare. E anche di farsi valere. Fu apprezzabile, politicamente parlando, il suo rivendicare “l’onore di una sconfitta”, all’indomani delle elezioni in Provincia. E fu simbolica, la sua assenza al Primo Consiglio Provinciale.
Al primo… ci stava.
Ma se le assenze diventano tante… anzi: diventano tutte, allora non è più la simbolica manifestazione di un dissenso, ma rischia di diventare una posizione di ripicca, al limite del capriccio, che sfiora la mancanza di rispetto istituzionale.
Un consigliere, deve consigliare.
Tanto più se sta in minoranza.
E deve polemizzare, opporsi, contrastare… tutte azioni che prevedono una “partecipazione” anche fisica.
L’assenza, è sempre un torto.
«Per me la coerenza ha un valore, anche e sopratutto in Politica. Così come la parola data... Se ci ho messo la faccia, convintamente…» aveva scritto, in una nota, lo stesso D’Ercole… ma quella “parola data” sottintende anche la partecipazione ai lavori consiliari, non certo l’assenza ad oltranza. La “parola data” non cambia a seconda della vittoria o meno elettorale, se ci si mette la faccia, chiedendo un consenso e assumendo un impegno, quell’impegno va mantenuto anche se si perde.
«…rispetto per me stesso e i miei valori ma anche per rispetto agli amministratori con i quali si è fatto un percorso» aveva aggiunto il giovane Sindaco, ma quegli amministratori, che l’hanno votato, meritano anche il rispetto di una sua presenza in Consiglio.
Quando, da bambini, si giocava a pallone, c’era sempre qualcuno che diceva: “vengo solo se gioco… se non gioco non vengo”.
Ma eravamo bambini.
AKENATHON