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A Teramo l’housing sociale è interessato da un generale interesse delle banche, dei costruttori e della finanza, aiutati dalla politica locale, ed è accompagnata da una campagna mediatica, coinvolgendo anche l’ordine degli Ingegneri (ignari della grave situazione abitativa). E’ necessario invece fare una attenta analisi su quello che si dovrebbe fare veramente. Il Sicet, chiede al Sindaco di Teramo Maurizio Brucchi e alla sua giunta di “ripensare la politica abitativa”,  e al nuovo amministratore Ater  Armando Rampini di riprendersi tutti gli alloggi vuoti messi  a disposizione degli inquilini di via Longo per altre finalità di costruzione,  liberare via Longo da ogni vincolo, che sta pregiudicando il diritto sacro-santo di coloro che da anni aspettano una casa dignitosa,  liberare dunque,  in ogni ordine e grado  tutti gli alloggi vuoti per dare la possibilità alle 400 famiglie parcheggiate nella graduatoria generale e in quella per emergenza abitativa.Lo scrive in una nota Antonio Di Berardo della Sicet. Procedere immediatamente al blocco degli sfratti  per morosità incolpevole per le famiglie di operai e impiegati che hanno perso il lavoro o che facciano parte ad una delle categorie protette. Si faccia un censimento di tutto il patrimonio pubblico che proviene da abbandono, come per esempio: strutture di proprietà Asl come quella di Casalena mai completata, ex scuole, ex ospedale di corso Porta Romana ecc.. La nostra città – non ha bisogno di “housing sociale”, bensì di ristrutturazioni e nuove costruzioni di alloggi popolari, sostenuti con nuovi fondi messi a disposizione dal piano casa, (però  mai più nelle frazioni). Una forte richiesta di mobilità proviene da moltissime famiglie che vivono nelle periferie che, Comune e Ater  ne sono a conoscenza per far ritorno verso il centro/semicentro abitato di Teramo, visto il prolungamento di abbandono totale di inquilini anziani e disabili lasciati soli al loro destino senza nemmeno un servizio sanitario distaccato, o carenza di strutture utili per una quotidianità  di vita migliore. La politica locale deve ascoltare i bisogni dei cittadini che hanno confidato e confidano nella politica e nelle istituzioni, non trattare come invece, avviene spesso questo gran numero di utenti ed elettori una massa amorfa a cui vale la pena rivolgersi soltanto al momento del voto. A settembre c.a. chiederò a Sunia e  Uniat  una grande mobilitazione di protesta contro la politica locale, interessando tutti gli inquilini più disagiate delle periferie,  per una procedura di mobilità per tutti coloro che hanno i requisiti di legge, coinvolgendo anche gli inquilini di via Longo che attendono risposte agli impegni assunti da Comune e Ater,  concernente il protocollo d’intesa firmato anche da Sunia, Sicet e Uniat il 26 settembre 2013 che si è tradotto in comportamenti incoerenti verso i sindacati firmatari. GUARDA IL SERVIZIO