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dipasmanola


186mila abruzzesi non si fidano dell'acqua che esce dal rubinetto di casa. Significa che oltre 35 famiglie su 100, in Abruzzo, preferiscono bere l'acqua imbottigliata, contribuendo anche ad aumentare la produzione di rifiuti in plastica con tutto il corollario di costi per lo smaltimento.
Il dato che ci consegna l'Istat non può essere liquidato con un laconico: “E' un problema culturale”.
Le dichiarazioni rese alla stampa da un assessore regionale, deputato a trovare soluzioni per il servizio idrico in Abruzzo, non sono accettabili.
Se il cittadino non si fida neanche dell'acqua che beve, c'è un problema. E' un atto di denuncia rispetto al non-fatto e, soprattutto, al non-programmato in quattro anni di governo: perdite idriche, reti colabrodo, sistemi di gestione da rivedere, enti da mettere in sinergia, progetti da far cantierare.
Cosa è stato fatto in quattro anni di Amministrazione regionale?
Semmai, è un problema culturale del Centrodestra regionale ritenere che sia una semplice scelta in capo al cittadino quella di preferire una bottiglia d'acqua comprata al supermercato al più naturale gesto di aprire il rubinetto di casa e bere, serenamente, quell'acqua.
Semmai, è un problema culturale di Marsilio & Co. ritenere che il mero annuncio di “X” milioni di per il servizio idrico abruzzese, li salvi da responsabilità dirette circa le numerose criticità del sistema legato al ciclo dell'acqua su tutto il territorio abruzzese e sulla poca trasparenza in merito ai lavori da eseguire sotto la galleria del Gran Sasso, e nei laboratori.
Dire “io bevo l'acqua del rubinetto” non basta per convincere gli abruzzesi che possono fidarsi.
E i cittadini che in Abruzzo non si fidano di più di Marsilio &Co. sono molti più di 186mila.

 

Manola Di Pasquale

Presidente PD Abruzzo