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E' con una lettera aperta ai vertici della Saga, la società che gestisce l'aeroporto di Pescara, che il Senatore Luciano D'Alfonso attacca l'ex assessore regionale Paolo Gatti

Ho qualche domanda innocente a proposito del bando mirante alla scelta del direttore generale della Saga spa, la società che gestisce l’aeroporto d’Abruzzo. E’ vero che il vertice direttoriale della Saga si sceglie a Teramo? E’ vero che il direttore generale della Saga è una risorsa per la campagna elettorale di Teramo? E’ vero che il nuovo direttore generale della Saga sarà una figura di antico conio curricolare, inizialmente concepita per una candidatura alla Corte dei Conti ma poi abortita a causa del disordine che impera nella Mensa del Consiglio regionale? E’ vero che c’è un Gatto in arrivo per i servizi aeroportuali degli abruzzesi? E’ vero che un notaio della provincia di Teramo ha in deposito la nomina, dopo una liturgia di comparazioni curricolari, che dovremmo far sapere non solo agli abruzzesi? E’ vero che questa è l’ultima spiaggia per provare a medicare le ferite dei perdenti teramani del centrodestra? E’ vero che dopo la Corte dei Conti persa alla Mensa del Consiglio Regionale non sono ammessi più dispetti ai Gatti della provincia di Teramo? Gradirei risposte veritiere alle mie domande, che sono sette come le vite dei Gatti.

A rispondergli, prima della Saga, è stato lo stesso Paolo Gatti

Emerito Presidente d’alfonso,
Rispondo volentieri alle Sue domande.
Non so dove si scelga il dg della Saga, mentre le confermo di aver partecipato al bando pubblico, come può fare qualsiasi cittadino.
Esercito la professione di avvocato, e ho partecipato a diversi bandi, con alterne fortune, come capita a tutti.
L’ho fatto il 2 marzo, quando sostenevo un candidato civico sul quale, solo qualche giorno fa vi è stata la convergenza di tanti partiti politici.
Ella ha vissuto una stagione dolorosa di compressione dei diritti personali e politici, e fortunatamente quella stagione si è conclusa positivamente.
Non comprendo pertanto per quale motivo Lei ritenga che io sia, o debba essere, un cittadino con diritti ridotti, e per quale motivo io non possa partecipare a degli avvisi o bandi come tutti gli altri.
La sua esperienza personale dovrebbe indurla a fare considerazioni diametralmente opposte.
Mi permetta anche di aggiungere che la politica, come Lei ben dovrebbe sapere, non si fa cercando di demolire persone, quanto piuttosto cercando di costruire qualcosa per i cittadini: quando sconfina nell’attacco personale diventa misera.
Tuttavia, se la cosa può aiutarla a dormire meglio la notte, sono anche disposto a ritirare la mia domanda da direttore della Saga.
Le assicuro che non mi costerebbe nulla e mi farebbe piacere darLe questa soddisfazione.