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DERAMOÈ un attacco frontale, violento e diretto, quello che sei amministratori locali della Lega portano al segretario regionale Luigi D’Eramo. E lo fanno dimettendosi dal partito. Sono Enrico Valentini, sindaco di Catignano, Agostino Castagna, consigliere comunale dello stesso comune e vicepresidente di Ater di Pescara, Lorenzo Mucci, ex sindaco di Nocciano, Giovanna Speziale, prima degli eletti nello stesso comune “vicesindaco di imminente nomina”, Angelita Palumbo, candidata alle regionali del 2019 con 2.400 preferenze, e Gabriele Finocchio, presidente della società pubblica partecipata di Pescara Provincia Ambiente. Se ne vanno proprio per contestare i metodi di D’Eramo e, in un passaggio, esprimono la loro solidarietà a Carlo Antonetti, a De Renzis, a tutti quelli che se ne sono andati e sono stati “vituperati” dallo stesso segretario.

Ecco il comunicato.

“Ringraziamo il leader nazionale della Lega Matteo Salvini e il Coordinatore regionale D’Eramo per il percorso e per l’esperienza maturata all’interno della Lega, con la quale abbiamo condiviso valori, obiettivi e una deontologia politica e morale alla quale riteniamo di dover tenere fede. Ed è infatti proprio il rispetto di quella deontologia che oggi ci impone di lasciare la Lega non potendo condividere metodi, espressioni e comportamenti di coloro ai quali è stata affidata la guida del partito in Abruzzo. Se un ‘cosiddetto’ leader locale, in questo caso D’Eramo, assiste inerme all’emorragia di consiglieri e amministratori locali che ogni giorno si dissociano e lasciano il partito, senza fare nulla, senza porsi domande e, possibilmente, cercare risposte, ma piuttosto abbandonandosi al vituperio, è evidente che l’esperienza leghista in Abruzzo è destinata a naufragare e non occorre la sfera di cristallo per prevedere una debacle ai prossimi appuntamenti elettorali. Quando all’interno di un partito si iniziano a registrare dimissioni, abbandoni, passi indietro, chi guida quel partito ha il dovere di aprire un confronto interno, di tentare il dialogo, di capire, se ne ha gli strumenti, l’origine del problema e individuare, se possibile la soluzione. Quando si incassano pesanti sconfitte elettorali, come accaduto a Teramo, non si irride il candidato della propria coalizione, non si scade nell’offesa, nell’ingiuria, nella ridicolizzazione dell’uomo, che diventa semplicemente un sintomo della propria debolezza politica. Prova ultima l’abbiamo avuta nei giorni scorsi, quando D’Eramo ha attaccato il consigliere regionale uscito dalla Lega De Renzis, abbandonandosi a un maldipancia stizzito e scomposto, anziché fare un mea culpa, e ricordare e ammettere che De Renzis è l’unico amministratore regionale della Lega che ha tenuto insieme in questi anni un gruppo facendo sentire e vedere in modo tangibile la propria presenza a servizio delle esigenze del territorio. Mai visto il Coordinatore D’Eramo, mai avvistati all’orizzonte altri amministratori della Lega. Quando D’Eramo contesta la presunta ‘scarsa produttività legislativa del consigliere De Renzis’ in Consiglio regionale, dovrebbe per primo produrre prova della propria immensa produzione legislativa come primo firmatario nei cinque anni trascorsi in Parlamento, o anche oggi dando prova della propria sudata attività in qualità di Sottosegretario all’Agricoltura, dando, evidentemente, il buon esempio. Riteniamo che in politica l’equilibrio, l’eleganza, la coerenza siano ancora valori imprescindibili, con l’attuale governance locale della Lega abbiamo condiviso un cammino, che da mesi ha iniziato a divergere, culminando ormai nelle ultime affermazioni dei vertici che sono chiaramente inaccettabili e nelle quali non possiamo riconoscere il nostro percorso politico”.