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WhatsApp_Image_2023-07-01_at_09.30.53_1.jpegWhatsApp_Image_2023-07-01_at_09.30.53.jpegÈ un incessante turbinio di polemiche sull’abbattimento di pini che, da qualche mese, sta investendo il paese. Il comune, dal canto suo, giustifica questi notevole impoverimento di pini, mero simbolo distintivo del paese, a causa della pericolosità degli stessi o della loro malattia causata dal Tomicupiniperda. Oggi, al centro del mirino, è la piantumazione dei pini nel quartiere dei Fiori del 1988, messa in atto dall’allora sindaco Lemmi. Il quartiere, in poco tempo, ricevette in tutti i viali una cospicua molte di pini ed oleandri. Ebbene, da un primo studio tecnico effettuato da un agronomo, questo bel e florido boschetto risulterebbe altamente pericoloso per la pubblica incolumità. A seguito della sistemazione dell’unico tratto di marciapiede esistente nella prima e storica parte del quartiere Peep, la ditta esecutrice ha dovuto segare non uno ma ben 8 pini. Non abbiamo ancora in mano la perizia dell’agronomo, dato che nella determina 151 del maggio 2023 che autorizzava l’avvio lavori, non c’è menzione alcuna di questa perizia. Tecnici ed amministratori però sostengono di avere la perizia in mano e domani sera presso il bocciodromo la mostreranno alla cittadinanza. Luciano Monticelli, da diversi mesi addosso alla giunta per questo attacco al verde “senza una minima programmazione”, come sostiene da tempo, rincara la dose dopo l’abbattimenti di questi 8 pini. “Esiste la relazione tecnica dell'agronomo che certifica che gli alberi devono essere abbattuti perché sono malati e sono a rischio caduta?” si domanda “Viene riportato nella relazione con quale tipologia di piante verranno sostituite?Naturalmente parliamo di una relazione protocollata con data e firma del tecnico. Dubbi questi che saranno sfatati domani sera. Il dato che emerge non è rincorante. L’abbattimento delle piante è motivato da una scorretta messa in posa delle piante, che oggi ha portato a vedere le radici delle piante cresciute molto in superficie con il rischio di imminente caduta. Ciò che preoccupa ancor di più è che quasi l’80% dei floridi e chiomosi pini del quartiere avrebbero la stessa identica problematica all’apparenza. Come intende muoversi la giunta al riguardo? Lo scopriremo forse domani sera, all’incontro pubblico, dove interverrà, oltre alla giunta, il geometra progettista dell’opera Alfredo Iezzoni ed anche il dottor Lorenzo Granchelli, l’agronomo che ha studiato fino ad oggi l’impiantologia arborea dei pini in paese, decidendo in svariati casi per il loro abbattimento. Va detto che le pinete sono un patrimonio identitario di Pineto. Non lo dice certo lo scrivente, ma chi ha costruito il paese e cioè Luigi Corrado Filiani, che ha fatto del pino lo status symbol di questo bellissimo centro rivierasco. Per decenni e decenni si è cercato di mantenere la bellissima pineta litoranea, cosiddetta Pineta Storica, e di ampliare le pinete in ogni singolo quartiere o rione della cittadina. Non sono poche poi nella nostra nazione le pinete già patrimonio dell’Unesco ed altre le candidate alla sorveglianza e tutela mondiale. Stupisce come mai Pineto (nonostante il suo nome e la sua storia) non sia nemmeno tra le candidate. Ricordiamo la pineta di Ravenna, la pineta Ragabo in Sicilia, il parco del Cilento e tanti altri ameni posti d’Italia. Dispiace dunque veder impoverite sempre di più le numerose pinete del nostro centro rivierasco.

Mauro Di Concetto