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regione “Nel Consiglio regionale di domani presenterò un atto ufficiale, ovvero una risoluzione, sulla delicata questione del punto nascita dell’ospedale di Atri, che rappresenta il fondamentale punto di riferimento sanitario di un’area vasta in cui vivono oltre 150 mila persone e che si estende dalla costa fino all’hinterland, collocato in una posizione strategica anche rispetto ai centri della vallata del Fino”. Lo afferma il Vice Presidente del Consiglio regionale Paolo Gatti. Come è noto – spiega Gatti - una decisione della Conferenza Stato-Regioni imporrebbe di chiudere quei punti nascita che non superano le 500 nascite nell’arco di un anno. Il punto nascite dell'ospedale San Liberatore di Atri ha registrato 490 nascite nell’anno 2013, con una media nell’ultimo quinquennio di 514 parti. Questo servizio rischierebbe, conseguentemente, di essere soppresso dalla Regione, in virtù del percorso di razionalizzazione del servizio sanitario abruzzese, con l’applicazione di parametri quantomeno schematici, che affiderebbero il destino di una struttura efficiente e altamente qualificata, come nel caso della struttura di Atri, a tabelle e statistiche che non tengono in alcun modo conto del contesto reale e del rapporto di necessità tra la struttura e il bacino di utenza. La chiusura del punto nascita – continua il Vice Presidente – avrebbe inoltre, nel tempo, ripercussioni negative anche sul reparto di pediatria. Proporrò pertanto, nella risoluzione, che il Presidente della Giunta regionale e l’Assessore delegato in materia intervengano tempestivamente per scongiurare la chiusura del punto nascita dell’Ospedale San Liberatore di Atri, evitando così di penalizzare, a causa di un dato numerico puramente ragioneristico e risicato, sia i cittadini del comprensorio, che i lavoratori di una struttura collocata in posizione strategica, con l’impegno di istituire un tavolo di confronto con i soggetti istituzionali interessati in rappresentanza del territorio”.