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teramo-incarichi-senza-gara-alluniversita-dellaquila-gli-ingegneri-accusano-il-comune timthumb Ci si avvicina al rinnovo degli organi camerali (consiglio, giunta e presidente) della Camera di Commercio della provincia di Teramo per il quinquennio 2015-2010. Il dibattito apertosi sulla utilità o meno di detti organismi ci porta a piccole e banali riflessioni: ma così come funzionano e sono strutturate, le camere di commercio in generale, servono veramente al tessuto sociale produttivo e di servizi del territorio oppure sono semplicemente luogo:
  • da cui, a piene mani, attingono politici trombati, rappresentanti di categoria che forse dovrebbero difendere di più gli imprenditori piuttosto che apparire e presenziare.
  • per spillare contributi alle imprese; si parte dai circa 100 euro annui che sono richiesti alle ditte individuali fino ad arrivare a diverse migliaia di euro per le imprese medio-grandi visto che il contributo è determinato sulla base del fatturato.
  • per detenere partecipazioni (solitamente mal gestite) che non producono utili, ma sicuramente producono gettoni di presenza e generosi emolumenti per i membri del CDA. Lo scrive in una nota il presidente dell'Ordine degli Ingegneri della provincia di Teramo, Alfonso Marcozzi.
Dal momento che le Camere di Commercio devono ancora sopravvivere e vista la convocazione della consulta delle professioni, ai sensi del Dlgs 23/2010, per il 22 settembre prossimo, ci permettiamo di formulare anche proposte, e non solo critiche, nell’ottica del prossimo rinnovo degli organi camerali. Tutto ciò non solo come rinnovo fisico delle persone ma anche come visione politica gestionale, scusate governance, dell’Ente. I giochetti da mettere in campo per l’accaparramento delle calde poltroncine disponibili per il quinquennio 2015-2020 sono già iniziati, a noi non piacciono e non staremo al gioco. Quindi:
  • Azzeramento dei compensi al Presidente, ai componenti della giunta camerale e dei consiglieri con un risparmio annuo di oltre 200.000 €. Queste persone devono andarci gratuitamente, lasciando eventuali altri incarichi. I 40-60 mila euro netti di gettone all’anno, visto il ruolo esercitato, non sono pochi spiccioli.
  • Sforbiciata e ottimizzazione dei costi delle struttura della camera di commercio, come rilevato dai dati di bilancio, visto che il 70% viene speso per la struttura e una piccola parte in servizi al territorio. Dal bilancio risultano stipendi a dirigenti che oscillano dai 100.000 € ai  quasi 200mila euro. Non c’è proporzione. In un’azienda privata un dirigente prende quella cifra solo se governa business da oltre 20 milioni di euro o se gestisce cento, duecento persone. Dirigenti Ingegneri nella P.A., con grosse responsabilità sulle progettazioni e esecuzione dei lavori, percepiscono somme men che la metà.
  • Rivisitazione della presenza della Camera di Commercio all’interno delle partecipate, quanti CDA abbiamo in giro e con quanti stipendi e quali utili e utilità.
  • Riduzione dei componenti della giunta a 5. La legge dà la possibilità di ridurli a cinque e questo va fatto il prima possibile. Dobbiamo prendere esempio dalla Camera di Commercio piu’ virtuose , che non ci hanno pensato su due volte e hanno ridimensionato i componenti dell’esecutivo. Questo non comporta  problemi di democrazia perché la rappresentanza delle varie professioni si fà in consiglio. Basta con queste logiche da bassa politica: chi viene eletto in giunta deve togliersi il cappello della propria professione e diventare un pubblico amministratore.
  • Applicazione corretta e coerente della legge fondamentale delle Camere di Commercio Legge 508/93 e successivo Dlgs 23/2010, nella vision delle norme, che consentono il rinnovo all’interno della giunta per non piu’ di due mandati, cioè non piu’ di 10 anni. Non consentire, al di là delle interpretazioni di favore delle norme in materia, che in uno stato civile ci sia l’accaparramento a vita delle poltrone. Consumati 10 anni, a casa.
Nella speranza che si apra una riflessione nel merito porgo cordiali saluti con conclude Marcozzi..