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Se FederCaccia (e gli ATC Vomano e Salinello, per quanto riguarda la provincia di Teramo) ha dichiarato guerra alla Regione Abruzzo, contestando duramente l'assessore Dino Pepe, per il nuovo calendario venatorio, di tutt'altro parere è l'ArciCaccia che conferma di aver accolto in pieno “le conseguenze recepite nel Calendario Venatorio dalla Regione per l’apertura nelle aree di tutela confinanti con il Parco, della caccia al cinghiale dal 1° novembre che auspichiamo vengano accolte anche dalla Regione Molise”. Per l'ArciCaccia “il Calendario Venatorio, nella sua stesura definitiva (sempre perfettibile) ha raccolto alcune note critiche superando le incostituzionali precedenti proposte per i tempi di caccia alla Beccaccia. Tutto si può migliorare, anche il “calendario” e, per questo, è fondamentale, sul Piano Faunistico nuovo, un’ampia discussione e il coinvolgimento di tutte le categorie interessate per costruire soluzioni condivise come prevede il “Tavolo” di lavoro nazionale (Legambiente, FIdC, Arci Caccia e Anuu Migratoristi)”, scrive il Comitato in una nota. Non senza un affondo: “Il fallimento dei “mini stregoni” che rappresentano una parte del mondo venatorio – che fa da sponda all’estremismo animalista – della Regione è sotto gli occhi di tutti: per difendere interessi personali hanno fatto “abortire” la gestione faunistica scaricando negli ATC le loro contraddizioni e i loro conflitti, oramai dai tempi di Matusalemme”. L'ArciCaccia confida “che la politica, le istituzioni vogliano liberarsi da faccendieri venatori per curare gli interessi dei cittadini impegnando le risorse pubbliche per conservare e produrre fauna sul territorio, salvaguardare gli ambienti che ospitano i cacciatori e il lavoro dei produttori agricoli, cui va il nostro ringraziamento”. E auspica l'unità del mondo venatorio e l'isolamento “di chi, in questo mondo, ha fatto del male ai cacciatori abruzzesi con le bugie, la secolare propaganda inconcludente, la manipolazione strumentale e speculativa degli Istituti di Ricerca Scientifica”. Infine, scrive ArciCaccia: “Torniamo a caccia con una più solida speranza: che i Ricorsi non blocchino la stagione venatoria, dando fiducia a quanti interpretano il rinnovamento quale strategia delle alleanze, con coerenza ed onestà intellettuale, a Roma ed in Regione (cosa che purtroppo non ha trovato sempre interpreti le Associazioni e le Istituzioni abruzzesi). Ora è il tempo del cambiamento, “cacciamo” i “cantaballe” ovunque si annidino”.

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