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L’ultimo piano triennale delle opere pubbliche presentato e approvato dall’amministrazione Brucchi si pone in perfetta continuità con quelli fallimentari degli anni precedenti soprattutto nella parte in cui dimentica nuovamente di stanziare fondi per finanziare interventi organici di abbattimento delle barriere architettoniche nell’ambito del nostro territorio. Lo scrive in una nota, Gianguido D'Alberto capogruppo del Pd in consiglio comunale a Teramo. Nonostante le innumerevoli denunce presentate negli anni scorsi e gli impegni non mantenuti, torniamo a riscontrare l’inaccettabile insensibilità sociale del centrodestra teramano di fronte ad un’esigenza avvertita su tutto il territorio comunale, dal centro alle frazioni, che si dimostra, anche a causa della scarsa attività di manutenzione, sempre più ostico e ostile ai nostri concittadini costretti a spostarsi in carrozzina e, più in generale, a chiunque abbia difficoltà di deambulazione. E a difesa non si invochino le ristrettezze economiche comunali perché in questo caso si tratta esclusivamente di una mancanza di volontà politica e di una incapacità di predisporre una programmazione vera ed organica per l’eliminazione delle barriere architettoniche la sola che consenta di intercettare finanziamenti e contributi europei, statali e regionali, fondamentali per migliorare la vita di tante persone diversamente abili. E’ indispensabile che venga avviata fin da subito un’azione di monitoraggio e pianificazione, anche con la collaborazione delle associazioni presenti sul territorio, che porti a censire tutte le barriere architettoniche più significative presenti in città e che consenta di predisporre un progetto armonico serio e credibile, volto ad evitare che, sul piano dei diritti fondamentali, esista nella nostra comunità una differenziazione tra cittadini di serie A e di serie B in attuazione di quel formidabile principio di eguaglianza sostanziale sancito dall’articolo 3, comma 2, della Costituzione, secondo cui “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.