Il Sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto torna a scrivere al Ministro Nordio per denunciare lo stato di gravità in cui versa il carcere di Teramo. Nella lettera, che fa seguito ad una uguale missiva inviata lo scorso 23 febbraio, il Sindaco lamenta, tra l’altro: “è sempre più difficile garantire i livelli minimi di sicurezza così come l’assolvimento dei doveri istituzionali. Di fatto quella che giornalmente si vive al carcere di Castrogno è una costante violazione dei diritti, sia dei detenuti che del personale di polizia penitenziaria. E questo nonostante l'abnegazione degli agenti, che tra mille difficoltà cercano di arginare una situazione diventata ormai esplosiva”.
D’Alberto, fa riferimento ai dati forniti dai segretari dei sindacati di categoria come il SAPPE, e recentemente aggiornati dalla segreteria generale della Fp Cgil di Teramo, e torna a ricordare anche la visita di cinque mesi fa del Sottosegretario Andrea Delmastro, al termine della quale lo stesso rappresentante del Governo annunciò migliaia di assunzioni nelle carceri italiane, senza che poi nulla di fatto sia avvenuto.
Il Sindaco fa anche appello alla vocazione del nostro territorio: “una vera e propria Cittadella del Diritto che ospita sul proprio territorio, il Tribunale, la Facoltà di Giurisprudenza d’Abruzzo, un Ateneo che del Diritto ha fatto la propria vocazione istituendo anche una Scuola di Giustizia e Legalità, e non ultimo il carcere, da sempre penalizzato rispetto ad altri istituti. Presidi che vanno tutelati e valorizzati”.
Quindi le richieste concrete: la redistribuzione dei detenuti in altri istituti al fine di evitare il sovraffollamento, un intervento sulla Asl e sulla Regione per il potenziamento del servizio di medicina penitenziaria e in particolare del servizio di psichiatria, il potenziamento del numero di psicologi e l’inserimento di una figura come quella del mediatore culturale.
Pertanto: “In qualità di Sindaco di questa città, (...) a fronte del continuo disinteresse che continuo a registrare nei confronti del nostro carcere, non posso che tornare a sollecitare un Suo immediato intervento. Le chiedo con forza, rappresentando tutta la comunità penitenziaria del nostro territorio, di intervenire senza più indugi per affrontare la situazione, nella consapevolezza che l’assenza di interventi risolutivi accentuerebbe lo stato, già oggi insostenibile, di tensione”.