Non era la stanchezza per il Consiglio Regionale finito all’alba, nel quale aveva lavorato al fianco di Pepe, quella che ieri ha confinato Andrea Core, consigliere comunale e neoeletto consigliere provinciale, nella penultima fila della platea della sala consiliare, nel pieno di un Consiglio Comunale nel quale, pur in sala, s’era fatto chiamare assente. No, quello di Core era un chiaro messaggio di fastidio, forse anche una dichiarata critica al Sindaco, che non aveva difeso la posizione sua e, soprattutto, quella di Teramo, nel gioco della costruzione della nuova giunta provinciale. Core, infatti, aveva appena saputo che l’annunciata sua vicepresidenza in Provincia era saltata. Sembrava tutto deciso, invece, per il gioco degli incastri necessario a garantire un posto ad Azione con Enio Pavone, tutto è tornato in gioco e Core ha perso la vicepresidenza, carica alla quale teneva non per sé, ma per riaffermare il ruolo della città capoluogo. A pesare negativamente su Core, il fatto di essere stato eletto nella lista del presidente D’Angelo, ma forse anche il “mezzo veto” di Azione, che non gradì l’esternazione dello stesso Core sulle geometrie variabili.
Oggi alle 11,30 il presidente D’Angelo presenterà la sua giunta, anche se ancora deve definire una serie di incastri. Le uniche certezze sarebbero quelle delle vicepresidenza a Vincenzo D’Ercole, con delega al Pnrr, e l’assessorato all’Edilizia scolastica a Core. La viabilità andrebbe a tre diversi assessori, spacchettata secondo ambiti territoriali, ma su questa ripartizione non si trova ancora una quadra e il presidente, se i partiti non scendono a più miti consigli, potrebbe anche decidere in extremis di dare una delega all’opposizione e garantirsi la maggioranza consiliare, pur senza rispettare il perimetro regionale, che vede Azione in coalizione.