Villa Bianca è un termometro. In questa campagna elettorale, è stata una sorta di cartina di tornasole, perché i “big” ci sono passati tutti, con risultati più o meno esaltanti, scatenando un inevitabile gioco di confronti, che questa sera ha avuto la sua plastica conclusione.
Perché in questa campagna elettorale, c’è stata e ci sarà soprattutto nella conta dei voti, una sfida nelle sfida, tutta interna al Centrosinistra, che avrà di sicuro riflessi anche sulla gestione del Comune, arrivando fino a rideterminare, a seconda del risultato, la “tenuta” o lo “stravolgimento” della Giunta.
È la sfida tra il Pd e Podemos, anzi: tra il Pd di Sandro Mariani e la gianguideria di stretta osservanza, quella per essere chiari che si sta impegnando per il candidato Giovanni Cavallari. Un impegno a testa bassa, che ha visto scendere in campo lo stesso Primo cittadino, divenuto super sponsor di Cavallari, per il quale si è dato anima e corpo, facendogli all’occorrenza da consigliere, accompagnatore, spalla, autista, portaborse, motivatore, ispiratore… insomma, di tutto.
Pur di riuscire a fare eleggere Cavallari, D’Alberto ha mosso tutte le sue truppe, comprese quelle di fede cubana e quelle delle Teramo Meravigliose, e Indomite, battendo il territorio palmo a palmo e raccogliendo sempre magri bottini giocando di sottrazione, per togliere viti a Mariani . Fino alla festa di “Chiusura” a Villa Bianca, dove le truppe si sono radunate per contarsi, nella stessa location che vide il trionfo proprio di Mariani, con 1500 presenze.
È stato un massacro.
Nel senso che Cavallari, nonostante la chiamata alle armi del Primo Cittadino, e l’appoggio di tutta la gianguideria, ha raccolto 5oo, massimo 600 persone.
Un flop.
È stato totalmente asfaltato da Mariani.
i numeri sono 9
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