Mario Quaglieri deve chiarire al più presto la sua posizione e risolvere il conflitto di interessi che deriva dalla commistione tra il suo essere stato assessore e consigliere regionale - ora riconfermato - e il suo lavoro di medico in cliniche convenzionate con il Sistema sanitario nazionale attraverso un contratto con la Regione Abruzzo.
Un conflitto di interessi gigantesco, poiché Quaglieri, già presidente della commissione sanità e assessore al bilancio - risulterebbe anche a tutti gli effetti dipendente di una struttura privata che percepisce risorse dalla Regione. E peraltro la legge, su questo punto, parla chiarissimo.
Esempio lampante di questa commistione è la delibera n. 1002, approvata all’unanimità dalla giunta regionale (Quaglieri incluso) il 28 dicembre scorso, che assegna risorse aggiuntive per complessivi 20 milioni ad alcune cliniche private. Quaglieri da amministratore pubblico avrebbe quindi destinato fondi pubblici, tra gli altri, al proprio datore di lavoro privato.
Giusta pertanto l’iniziativa del consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, che ha inviato un esposto all’Autorità nazionale anti-corruzione per accertare l’incompatibilità tra l’attività professionale di Quaglieri e il suo ruolo di assessore e consigliere regionale.
Riteniamo risibili le dichiarazioni di Quaglieri che, sulla vicenda, ha invocato il rispetto della volontà popolare espressa attraverso il voto del 10 marzo: quest’ultima non esime dall’osservanza della legalità. E Quaglieri, in qualità di amministratore regionale, dovrebbe saperlo bene.
Daniele Marinelli, segretario regionale del PD Abruzzo