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GatticavaIl primo giorno, è importante. Che sia il primo giorno di scuola, di lavoro, di viaggio, è sempre molto particolare. Perché segna comunque un inizio, un debutto, un ingresso. E crea un riferimento. Come si suol dire: la prima impressione è quella che conta. Se vale questa regola, il primo giorno del neoconsigliere regionale Giovanni Cavallari all’Emiciclo, è stato sicuramente tra i peggiori debutti che si ricordino. Non solo perché si è sentito in obbligo di prendere la parola (cosa che, in futuro, farebbe bene ad evitare, se non necessario), ma soprattutto perché ha offerto alla platea delle massime assise regionali un florilegio di banalità, una vera e propria raccolta di luoghi comuni, vieti slogan elettorali a pacchi e dosi massicce di gianguidità in trasferta. il cardine dell’intervento cavallariano è stato l’abusato piantarello del “Teramo è marginalizzata” dalla Regione cattiva. Alibi trito e ritrito per distogliere l’attenzione dall’infinita lista delle cose non fatte a Teramo. Nella litania gianguidesca, la colpa dell’immobilità teramana non è mai di chi da sei anni ormai amministra il Comune, ma della Regione, o del Governo o di chissà chi… Peccato, per Cavallari, che dall’altra parte del Consiglio sieda un altro teramano, Paolo Gatti, che ha preso la parola per disintegrare il credo cavallariano e schiaffeggiarlo, politicamente, a mano aperta, ricordando come il vero problema di Teramo sia l’acclarata debolezza dell’amministrazione “regnante”.
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