L’avevamo scritto, no?, che la Giunta era fatta… salvo imprevisti. E l’imprevisto è arrivato, vestito da Giovanni Cavallari il quale, non pago di essere entrato nella storia come l’assessore ai Lavori Pubblici, promessi e mai realizzati… e non soddisfatto dall’essere stato eletto in Regione, dove per i prossimi cinque anni conterà come il due di coppe con la briscola a bastoni, pur prendendo uno stipendio da 11mila euro al mese, non vuole rinunciare alla seconda poltrona assessorile per la sua lista, e dopo aver letto il nostro articolo, ha ricominciato ad urlare e a minacciare di uscire dalla maggioranza. Ogni politico si riconosce dai propri maestri, ho come il sospetto che quelli di Cavallari siano stati i maestri della qualità … quelli di poltrone e sofà.
Cavallari vuole il secondo assessorato, come dire: “Se li prende Camillo D’Angelo con tre consiglieri, li voglio pure io…”, quando si comincia così, poi si va a piangere dalla maestra.
Ma in questo caso, la “maestra” Gianguido cuor di leone… tentenna e traccheggia, anche perché Cavallari, che ha un senso della matematica tutto suo, vorrebbe l’assessorato di Valdo, che è espressione di una lista che ha lo stesso numero di consiglieri di Cavallari stesso e D’Angelo… ma nell’ algebra cavallariana, in questo caso tre consiglieri non fa due assessori, ma zero. Sacrificare Valdo, cioè mandare a casa il migliore tra gli assessori gianguidici, perché uno dei peggiori fa i capricci, sarebbe una scelta cosi sbagliata che neanche D’Alberto lo farebbe. Spero. La soluzione è semplice, tirare fuori le palle e ricordare a Cavallari chi è il Sindaco e a chi deve quel posto in Regione, oppure accontentarlo con un secondo assessore. Che poi andrebbe a Miriam Tulli, una donna. Ergo: deve uscire una donna.
La Ciammariconi è ancora assessora?
Si va avanti... la trattativa è aperta.
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