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"Che fine ha fatto il Piano Demaniale Regionale?", a chiederlo è il Consigliere di "Abruzzo Futuro" Mauro Di Dalmazio. "Ho presentato una interrogazione al fine di conoscere le ragioni per le quali, a distanza di 5 mesi dall'insediamento della Giunta D'Alfonso, ancora non viene portato in Consiglio regionale per l'approvazione – rileva Di Dalmazio - L'iter di approvazione del nuovo Piano regionale, lungamente atteso per far fronte alle criticità manifestate da quello previgente, nonché per renderlo più moderno e conforme alla nuove esigenze di sviluppo turistico e di valorizzazione paesaggistica, era stato avviato dal sottoscritto nella precedente legislatura e, dopo un lungo confronto con le associazioni di categoria, i comuni e tutti gli altri enti interessati, il nuovo Piano venne adottato in Giunta nel 2011 e sottoposto al lungo e laborioso procedimento di valutazione ambientale strategica e alla successiva fase delle osservazioni. All'esito positivo di questo percorso – sottolinea ancora il Consigliere - il Piano venne definitivamente adottato, esaminato dalla Commissione e iscritto all'ordine del giorno dell'ultimo Consiglio in cui, nonostante la rilevanza della questione, l'allora minoranza approfittando di alcune assenze della maggioranza, fece venir meno il numero legale impedendone l'approvazione. A fronte del richiamo del sottoscritto ad un maggior senso di responsabilità considerata l'importanza della questione, alcuni esponenti dell'opposizione, certi della vittoria alle elezioni replicarono dicendo che al primo Consiglio lo avrebbero approvato loro. Ebbene – aggiunge Di Dalmazio - sono passati 5 mesi, sono stati celebrati diversi Consigli e del Piano non v'è traccia né in Commissione né tantomeno in Consiglio. Un ritardo non giustificato che, considerati anche i necessari tempi di adeguamento dei piani comunali – conclude Di Dalmazio - rischia di penalizzare lo sviluppo e la valorizzazione del nostro demanio costiero e, soprattutto, di danneggiare un comparto economico costituito da centinaia di imprese che già vivono uno stato di grave difficoltà legato alle incertezze derivanti dalla direttiva servizi 8cd. Bolkestein), alla crisi economica generale e di disincentivare ogni forma di investimento con grave nocumento per il comparto turistico balneare abruzzese".