La dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, Clara Moschella, questa mattina, ha riunito tutti gli attori istituzionali dai quali dipendono le decisioni sul Convitto Delfico: Provincia, Comune di Teramo, le dirigenti scolastiche coinvolte.
Sono state esaminate, di nuovo, le ipotesi sul campo in una visione emergenziale non solo quella attuale ma anche quella che potrebbe determinarsi nel caso in cui i ricorsi contro il sequestro non andassero a buon fine o imponessero l’avvio immediato dei lavori.
Il problema più vistoso e più impattante è quello di garantire l’unitarietà del sistema Convitto che ad oggi è senza dubbio l’Istituzione scolastica che sconta i problemi più grandi in quanto oltre alle scuole deve poter continuare a garantire vitto e alloggi.
L’area della D’Alessandro, a lungo dibattuta anche alla luce del progetto già pronto della Provincia - che proprio in un’ottica emergenziale ha già stanziato i fondi per l’acquisto di strutture modulari - non viene ritenuta la scelta migliore dall’Ufficio scolastico perché comunque gli spazi disponibili non garantiscono la ricostituzione fisica in un unico luogo del Convitto e in ogni caso il Comune non ha ancora rilasciato alla Provincia il permesso di costruire. Inoltre, su questo argomento, proprio nel corso della riunione, è emerso un ulteriore elemento: secondo gli uffici comunali su quell’area ci sarebbe anche un vincolo della Soprintendenza.
Le dirigenti scolastiche (Letizia Fatigati e Daniela Baldassarre e rappresentanti del Liceo Classico ) insieme a Clara Moschella, sono tornate a chiedere lo spazio dello Stadio ritenuta l’area quello più idonea a soddisfare le esigenze della popolazione scolastica e anche a tutelare gli interessi più ampi, sociali ed economici, del centro storico. Il sindaco Gianguido D’Alberto – accompagnato dalla vicesindaca Stefania Di Padova e dal capo di gabinetto Valeria Cerqueti - ha di nuovo escluso categoricamente questa possibilità per l’incombenza del progetto di riqualificazione del vecchio stadio di Circonvallazione Spalato.
Il presidente Camillo D’Angelo, accompagnato dai dirigenti Emilia Di Matteo e Francesco Ranieri e dal consigliere Flavio Bartolini, tirando le somme del confronto, ha chiarito: “La Provincia è pronta ad andare in qualsiasi area ci venga concessa non a parole ma con atti e permessi di costruire entro il 19 dicembre. Altrimenti la Provincia possiede ampi ettari di terreno nel complesso della Cona, al Pascal-Forti, e altri spazi li recupererà quando il Comune si farà carico dello spostamento dei ragazzi dell’istituto comprensivo Teramo 5. Possiamo costruire un vero e proprio campus in pochi mesi, riuniremo Convitto, convittori e scuole annesse insieme a quelle del Liceo Delfico in un unico luogo. Abbiamo perso troppo tempo e siamo in una situazione emergenziale: deve essere chiaro che queste scelte sono obbligate se non potremo rientrare al Delfico. Perché sia l’eventuale dissequestro che le condizioni del dissequestro non dipendono da noi e situazione ben peggiore sarebbe quella di non avere un piano B che offra per i tempi dei lavori sisma un luogo dove studiare e vivere ad una popolazione scolastica di centinaia di studenti”.
L’ipotesi del campus della Cona, alla luce della riunione, è stata definita dalla dirigente Clara Moschella: “la meno infelice tenuto conto che oggi abbiamo l’obbligo di salvaguardare l’esistente sapendo, comunque, che si tratta di una situazione emergenziale per un tempo momentaneo”.