Anche a Roseto degli Abruzzi aprirà uno sportello di ascolto in collaborazione con il Centro Antiviolenza “La Fenice” della Provincia. Come ha ricordato il presidente Camillo D’Angelo, la Provincia di Teramo è l’unico ente, in Abruzzo, a gestire in proprio un Centro Antiviolenza e una casa rifugio per le donne vittime: “Siamo in prima linea e sentiamo il dovere di investire in una rete territoriale sempre più ampia”. Con questo di Roseto salgono a otto gli sportelli della Fenice nella nostra provincia.
“Un fenomeno in crescita quello della violenza” ha sottolineato Erika Angelini presidente della Commissione Pari Opportunità: “questa rete sul territorio, sostenuta con la forza di un Centro istituzionale, che al suo interno ha tutte le professionalità che servono in questi casi e che è collegata alla rete locale e nazionale dell’antiviolenza, può avere un ruolo concreto nell’arginare un fenomeno grave che spesso sfocia in tragedie”.
Alla firma della convenzione il sindaco Mario Nugnes, la consigliera comunale Toriella Iezzi che si occuperà della gestione dello sportello e la presidente del Consiglio comunale, Gabriella Recchiuti.
“Bisogna dare atto che la Provincia sta facendo molto per le donne vittime di violenza – ha commentato il sindaco Nugnes – e questa collaborazione con i Comuni e la strada migliore per aumentare la conoscenza di questo servizio e la percezione, per chi subisce, che non è sola. La consigliera Toriella Iezzi in questi anni si è impegnata molto in questo ambito, ora con il supporto della Provincia, avremo anche un luogo fisico e un sostegno professionale”
Il centro, che è in via di allestimento in uno dei locali dell’Amministrazione comunale, sarà aperto in occasione della Festa della Donna. Alla presentanzione dell'iniziativa anche la dirigente Emilia di Matteo e la funzionaria responsabile Anna Catenaro.
Nel 2024, 80 donne si sono rivolte ai Centri della Provincia. Di queste 19 hanno richiesto una consulenza occasionale (giuridica, psicologica o sociale); 38 sono le donne attualmente in carico; 18 quelle che hanno deciso di interrompere il percorso. Le principali forma di violenza sono quella psicologica (80%) segue violenza fisica (56%%) e quella violenza economica (40%).
In questa circostanza va ricordato che oggi, grazie alla legge, c’è la possibilità per le donne che vengono prese in carico dai Centri di chiedere il cosiddetto “reddito di libertà” che garantisce un supporto economico e di chiedere anche il “congedo indennizzato” per le vittime che hanno un lavoro.