La sanità abruzzese non arriva alla sufficienza per quanto riguarda la prevenzione e le cure
territoriali, e questa duplice inadempienza le preclude l’accesso alle risorse premiali del Fondo
sanitario nazionale.
E’ il dato grave che emerge dalle “pagelle” stilate per il 2023 dal Ministero della Salute, nell’ambito
del monitoraggio annuale su qualità e quantità dei LEA, i Livelli essenziali di assistenza nella
sanità. Un risultato che spiega bene il motivo per cui l’Abruzzo è piagato dall’esodo di chi deve
curarsi verso altre regioni.
I numeri ministeriali - basati sull’analisi di 24 indicatori - confermano quello che chi abita qui sa
benissimo: fare prevenzione è arduo se non impossibile, e la sanità territoriale non funziona. Le liste
di attesa infinite, i pronto soccorso intasati, e le cure negate al 10% della popolazione sono una
triste caratteristica di questa regione.
La giunta Marsilio non ha saputo risolvere questi problemi, anzi li ha peggiorati, visto che il debito
delle ASL e la mobilità passiva sono esplosi in questi ultimi cinque anni. L’Abruzzo non merita una
classe dirigente così inetta, la cui uscita di scena sarà comunque tardiva. Le abruzzesi e gli
abruzzesi non meritano una sanità pubblica ai minimi termini, tra debiti che aumentano e servizi che
calano. Marsilio, la giunta regionale, la maggioranza di destra ci farebbero la cortese grazia di dire
finalmente - non all'opposizione, ma all'Abruzzo - cosa intendono fare per rimediare a questo
disastro?
Daniele Marinelli, segretario regionale Pd Abruzzo