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1000275061.jpgApprendiamo che la Regione Abruzzo abbia deciso il raddoppio delle aliquote dell’addizionale IRPEF per fronteggiare il deficit sanitario di 67 milioni di euro (che non troverebbe altre coperture),buco di bilancio cresciuto nonostante il peggioramentdelle prestazioni, l’aumento delle liste d’attesa, il disagio per gli abruzzesi di non potersi curare nella propria regione o di doverlo farerecandosi fuori regione

L’Assessore regionale al Bilancio Quaglieri ha dichiarato che l’aumento è un’ipotesi e che comunque riguarderebbe solo il 20% della popolazione, cioè quella più ricca. 

Il Presidente Marsilio ha ribadito che in effetti si potrebbe chiedere un contributo maggiore ai redditi più elevati per mantenere la qualità dei servizi. 

Le opposizioni, soprattutto il PD, si sono subito scagliate contro l’aumento delle tasse regionali. E viene subito da chiedere al PD come si faccia ad opporsi all’aumento dell’addizionale regionale a carico dei redditi alti, quando lo stesso partito ha nel proprio programma – illustrato ovunque dalla Segretaria Elly Schein – la proposta di istituire la patrimoniale a carico dei ricchi. 

È coerente e serio indignarsi se la Regione vuole tassare i ricchi, quando si chiede al Parlamento di aumentare la tassazione proprio sui ricchi? Forse la critica viene da un pulpito sbagliato e, per la foga di contrapporsi al governo di destra inseguendo il consenso popolare, si finisce per fare brutte figure. 

Al contrario il Partito Liberaldemocratico nasce per sostenere una riduzione stabile e duratura delle tasse, attraverso la riduzione strutturale della spesa pubblica che passi dall’efficientamento dei processi e dall’efficacia dei risultati. 

Il vantato modello all’avanguardia che secondo Marsilio avrebbe fatto dell’Abruzzo un esempio da seguire anche dalle altre Regioni, si è sciolto come neve al sole: da un lato il basso livello delle prestazioni sanitarie certificato dai monitoraggi e dalla mobilità passiva; dall’altro lato il disastro gestionale che costringe i cittadini abruzzesi a pagare di tasca propria il diritto alla salute, aumentando gli esborsi in maniera consistente

Gli aumenti dell’addizionale IRPEF cubano fino ad 84 euro al mese, cioè fino a 1.092 euro l’anno: una mazzata senza precedenti nella storia regionale che provoca indignazione e che deve essere fermata in ogni modo possibile. 

La scure si abbatte principalmente sul ceto medio, già malservito sui fronti della prevenzione e della sanità territoriale,in uno scenario di deperimento del numero e della qualità delle prestazioni,al quale si aggiunge un aumento delle tasse che è incomprensibile e inaccettabile. 

L’aumento dell’addizionale Irpef che arriverà fino al 3,33%, cioè il massimo consentito per legge e il doppio dell’attuale aliquota dell’1,73%, trasforma l’Abruzzo in una delle regioni italiane con la tassazione più alta

Si fermi questo scempio illiberale e sciagurato finché si è in tempo: i consiglieri regionali tutti si oppongano a questa soluzione che è foriera di recessione economica ed è un freno enorme allo sviluppo regionale. 

Partito Liberaldemocratico Teramo

Ivan VERZILLI