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Nel piano degli obiettivi 2014-2016, allegato alla Delibera di Giunta n. 434/14, diverse affermazioni confermano l'attuale “disorientamento” dell'Amministrazione Brucchi. I principi di legalità, imparzialità, efficienza ed efficacia dell'azione amministrativa, dettati dalla Costituzione e dal Testo unico degli Enti Locali, sono indicati come obiettivi da perseguire, lasciando supporre che non sia stato fatto finora: per il triennio 2014-2016 gli imperativi saranno “fare con meno”, “fare di più” e “fare meglio”. Manca solo “baci e abbracci” per completare la dichiarazione di resa incondizionata dinanzi alla necessità di compiere scelte determinanti e rivoluzionarie per il futuro della città.   Fare con meno significherebbe tagliare gli sprechi e ridurre le spese inutili. Fare di più punterebbe ad aumentare la produttività con idonei strumenti, senza tuttavia indicarne alcuno. Fare meglio individuerebbe l'obiettivo della massima soddisfazione per i cittadini, coinvolgendoli nella valutazione dei risultati. Ad un profano verrebbe in mente che finora non s'è fatto nulla, s'è pasteggiato e gozzovigliato ed ora si deve almeno salvare il salvabile.   Il primo obiettivo assegnato ai Dirigenti è l'aggiornamento della carta dei servizi al cittadino “...uno strumento mediante il quale il Comune di Teramo, nel fornire informazioni circa l’offerta dei servizi ed il loro utilizzo per facilitarne la fruizione, si impegna ad osservare criteri di qualità esplicitati dettagliatamente e si impegna a rispettare quanto dichiarato rafforzando il rapporto di fiducia con i cittadini”. I criteri ai quali dovrebbe ispirarsi la carta dei servizi sarebbero quelli di legalità, di eguaglianza, di imparzialità, di informazione e di partecipazione. Peccato che i primi quattro siano un preciso obbligo normativo e che l'Amministrazione, dichiarando di volerli  perseguire, sembrerebbe ammettere di non averlo fatto finora. Quanto alla partecipazione, è abbastanza singolare che ne parli chi deve ancora dare attuazione agli istituti di democrazia popolare di cui agli artt. 41 e 42 dello Statuto, oltre che rendere più snello e fruibile il referendum cittadino. Del regolamento per i beni comuni s'è persa ogni traccia.   Lapalissiano l'obiettivo 2 sulla rilevazione dei compiti e della produttività dei dipendenti e dei settori, per cui toccherà “...ai dirigenti determinare lo schema concreto delle prestazioni lavorative, nonché l’elaborazione di programmi di lavoro... ...e verificare come materialmente i prestatori abbiano contribuito al raggiungimento degli obiettivi fissati dall’amministrazione alla struttura di appartenenza”. Si chiamano, da almeno vent'anni, “carichi di lavoro” e dovrebbero essere già una realtà, proprio per consentire ai Dirigenti di valutare il personale. Viene spontaneo pensare che, fino ad oggi, il personale sia stato valutato sommariamente, a peso, a simpatia, lanciando una monetina, chissà...   L'obiettivo n. 3 (recupero crediti) conferma la crisi finanziaria in cui sta sprofondando il Comune. “Perseguire e scoraggiare fenomeni di elusione e di evasione” non dovrebbe essere un obiettivo per un'Amministrazione che ha costruito un rapporto fiscale corretto ed equilibrato con il cittadino. Suona, almeno dal punto di vista morale, come una dichiarazione di fallimento.   Il Piano Esecutivo di Gestione, cioè il documento analitico che dovrebbe, attraverso la rilevazione delle risorse e dei costi, indicare ai Dirigenti gli obiettivi da perseguire, è carente della maggior parte degli indicatori che dovrebbero consentire la valutazione dei risultati, ai fini della conferma degli incarichi dirigenziali e dell'attribuzione dell'indennità di risultato.   In breve, ma sarà oggetto di più approfonditi interventi nelle sedi competenti, manca, nella maggior parte dei casi, una chiara indicazione dei parametri in base ai quali il Dirigente viene mandato a casa, confermato o premiato.   Baci e abbracci.   Gianluca Pomante Consigliere Comunale della lista civica “Finalmente Pomante”