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Abbiamo fatto una proposta al sindaco Brucchi in vista del Capodanno 2015: la musica di Filippo Graziani, l’ironia e la qualità della sua musica, ma anche - perché negarlo? - il tanto di Ivan Graziani che questo ragazzo rappresenta, il legame con la storia di un uomo che ha amato Teramo e al quale questa città deve tantissimo. Ci aspettavamo maggiore attenzione, maggior rispetto. E invece sono arrivate le solite frasi di circostanza: “è una buona idea, ma è troppo tardi: vedremo per l’anno prossimo”. Ed insieme a queste, anche risposte irritate ed irritanti come quella dell’Assessore Lucantoni che sostiene di non poter tornare indietro perché su questo cartellone di eventi ci ha messo la faccia.Lo scrive in una nota alla stampa "Maledette Malelingue" un gruppo nato su facebook. A noi, cara Dott.ssa Lucantoni, risulta che l’Amministrazione Pubblica, nei rapporti con i terzi - siano essi artisti o, come sembra in questa circostanza, Agenzie di spettacolo - non parli con le facce o le faccine dei suoi rappresentanti, ma attraverso atti formali che in questo caso non si sono visti. La parola data verbalmente non vale nulla e sicuramente non è idonea a creare un legittimo affidamento. E mentre continua il balletto di nomi piuttosto improbabili (i vari Fausto Leali, Anna Oxa e da ieri anche Marina Rei) noi, che siamo Maledette Malelingue, invitiamo il Comune di Teramo a tirare fuori le tabelle, le cifre, a mostrarci il preventivo di Capodanno e dire chiaro e subito ai cittadini quanto intende spendere. La nostra proposta costerebbe meno di diecimila euro, lo ha detto anche il Consigliere Campana; quanto costa la parola della Dott.ssa Lucantoni? Non vogliamo neanche pensare che un Comune ormai in conclamata crisi, che vede ogni giorno le proprie famiglie sprofondare nella nera piaga della povertà, voglia replicare le cifre indecorose dell’anno passato. Per questo torniamo a riproporre la nostra idea teramana, economica e di buon senso. Ed a questa ne aggiungiamo un’altra: se avete soldi da spendere, fate un piccolo investimento sul Castello della Monica, ma non per illuminarlo durante le feste come un albero di Natale, ma piuttosto per cambiare i vetri delle finestre superiori, da tempo caduti e che lasciano entrare pioggia e umidità in ambienti che andrebbero invece preservati e restaurati. Pochi soldi per un primo essenziale intervento, in attesa che i cittadini si riprendano quel pezzo della propria storia. Chiediamo un primo segnale di cambiamento per questa città chiude Maledette Malelingue.