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Piergiorgio FerrettiUn tristissimo momento per la nostra Citta’ quello vissuto poco più di un anno fa, allorquando il Comune di Atri, dopo soli sette mesi dalla tornata elettorale delle amministrative, fu commissariato.

Venne formulata l’ipotesi dell’esistenza del meccanismo della scheda ballerina, pratica politico mafiosa di controllo del voto, che il centrodestra avrebbe utilizzato per tornare al governo della citta’.

Conferenze e comunicati stampa, accuse infamanti, immagini di amministratori travestiti da ballerine invasero i social media. In quel calvario chi oggi afferma di agire per il bene di Atri, la stessa persona che ha dichiarato pubblicamente di avere denunciato l’attuale amministrazione alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti per la gestione finanziaria, non esito’ a paragonare pubblicamente la nostra citta’ a Gomorra!

Oggi finalmente la Procura della Repubblica di Teramo, dopo mesi di indagini, intercettazioni a tappeto, dichiarazioni testimoniali e una perizia grafologica, ha formulato richiesta di archiviazione. 

Le indagini, puntuali e meticolose, hanno prodotto un esito univoco: quella famigerata scheda, indicata come ballerina, NON DANZAVA!

L’elettrice che aveva votato le due schede le aveva, invero, ANNULLATE entrambe, apponendo una grande croce sul simbolo di ambedue i candidati sindaci!

Dal materiale elettorale esaminato non è emersa alcuna volonta’ di orientare il voto popolare verso l’uno o l’altro candidato ed ogni congettura in tal senso si è rivelata il nulla assoluto!

Il Nucleo Investigativo dei Carabinieri delegato alle indagini scrive anche che: “ …. e’ assolutamente necessario evidenziare come le dichiarazioni rese dalla segretaria del seggio 7 contrastino con la dichiarazione scritta che la stessa aveva rilasciato in data 9 giugno 2023” (al Consiglio di Stato) allorquando affermava di avere notato che l’elettrice teneva nelle mani due schede. Smentendo se stessa la medesima segretaria, in sede di indagini, affermava: “essendo intenta a compilare alcuni verbali non vedevo effettivamente la scena, non so dirvi …… non vedevo ciò che facevano gli altri nella stanza…. Tale affermazione (proseguono i Carabinieri) quindi indica che la donna non aveva visto la scena dell’elettrice….. in pieno contrasto con quanto indicato nella dichiarazione scritta..” (relazione di servizio del Nucleo Investigativo).

Peccato che su quella prima dichiarazione sia stato costruito il ricorso in appello e il Consiglio di Stato abbia  fondato, per buona parte, la decisione che ha determinato il commissariamento. 

Un accadimento che ha esposto la città ad una gogna mediatica senza precedenti e ha costretto i cittadini atriani a farsi carico delle spese di una nuova tornata elettorale, a solo un anno di distanza dalla precedente.

Non dimenticheremo i toni dell’oppositore seriale Gianluigi Antonelli, il quale non esitò a mortificare Atri, evocando l’immagine di realtà malavitose. Così come in altre circostanze (ricordiamo la questione delle pergamene degli Acquaviva) egli ha fatto un buco nell’acqua. L’ennesimo! 

Ed è verità dimostrata!