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Alessio-DEgidio-e1684599249851.jpegIn attesa delle elezioni comunali a Teramo (nel 2027?), la politica teramana entra nella fase delle grandi manovre. E come da tradizione, quando non si decide nulla, si parla di tutto. A partire dai nomi. Che vanno, vengono, si smentiscono, si rilanciano. A volte si bruciano.

Nel magma in ebollizione delle ipotesi, si distingue ancora una volta il partito Azione, guidato in provincia dall’onorevole Giulio Sottanelli, abile tessitore (almeno così si dice) di trame centriste. Con lui, a muoversi tra le stanze del potere e a rilasciare sibilline dichiarazioni, c’è Alessio D’Egidio, sempre più protagonista del “gioco delle candidature”.

D’Egidio, in effetti, parla molto. Ma non fa nomi. O meglio, li fa intendere. Nei corridoi del Consiglio comunale, nelle pause caffè e nelle interviste a mezza bocca, il refrain è sempre lo stesso: servirebbe un nome trasversale, “che vada bene a destra, a sinistra e al centro”, come ha dichiarato con enfasi proprio oggi.

Ed eccolo lì, il nome che galleggia sulle chiacchiere: Mauro Di Dalmazio, avvocato ed ex assessore regionale dei tempi d’oro della giunta Chiodi. Un nome che – secondo alcuni – piacerebbe ad Azione, ma anche al consigliere regionale Mariani. Una figura apparentemente in grado di mettere d’accordo tutti. O, almeno, tutti quelli che oggi si guardano in cagnesco.

Ma sarà un vero candidato o solo un nome messo in circolazione per depistare, o peggio, per “bruciare”? A pensar male si fa peccato, ma a Teramo spesso ci si azzecca, noi, per scrupolo giornalistico, abbiamo chiamato Di Dalmazio. La sua risposta è stata netta: «Non c’è nulla di vero, smentisco categoricamente». E d'altronde, negare è il primo dovere di chi viene tirato in ballo troppo presto.

E quindi, avanti il prossimo nome. Tanto, di tempo ce n’è: 2027 è lontano. E fino ad allora, si può ancora parlare a caso.

Elisabetta Di Carlo