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melarangelo D'ALBERTO Nell’ultimo consiglio comunale il Partito Democratico per voce del consigliere Alberto Melarangelo ha posto all’amministrazione due temi fondamentali riguardanti gli spazi culturali della città e il suo patrimonio monumentale: la paventata chiusura della sala espositiva comunale di via Nicola Palma e la grave situazione di stallo riguardo l’appalto sul teatro romano. Il consigliere ha denunciato la gravità della scelta riguardo la chiusura della sala espositiva per ospitarvi un ufficio, quello dell’urp. La negazione di un luogo pubblico di partecipazione in un momento di profonda crisi della città e del suo centro storico. La Sala di via Palma, è infatti un vanto della nostra città, spazio pubblico aperto alla richiesta di tutti i cittadini che vogliano proporre un’iniziativa artistica e che dalla sua apertura, nel 1999, ha ospitato più di 500 mostre. Nell’interrogazione, oltre a chiedere di evitare questo scempio, Melarangelo ha proposto di utilizzare per l’allocazione dell’Urp altri locali di proprietà del municipio, quali ad esempio quelli al piano terra del Mercato coperto su Piazza Verdi. Il Partito Democratico vigilerà su questa vicenda, nella difesa della libera iniziativa artistica, per tutelare gli spazi pubblici e il loro utilizzo nella maniera più razionale ed adeguata possibile. Per quando riguarda il Teatro Romano, tema della seconda interrogazione del consigliere Alberto Melarangelo, Il PD chiede definitiva chiarezza e celerità rispetto ad una vicenda che rischia di divenire paradossale, proprio ora che è stata espletata la procedura di appalto finalizzata alla liberazione dell’area del teatro dai palazzi incongrui che vi insistono. Si è chiesto il motivo per cui a fronte appunto dell’espletamento della gara da più di sette mesi, vista la mancanza dei documenti di regolarità contributiva (Durc) delle prime quattro ditte in ordine di affidamento, non si proceda all’immediato affidamento alla quinta azienda che è in regola con la legge. Si è chiesto di dare un chiaro indirizzo politico agli uffici, affinché, nel rispetto della legge, possano finalmente iniziare i lavori di definitivo esproprio e demolizione di casa Adamoli e Salvoni. Il futuro turistico e culturale di Teramo non può più attendere, troppe finora sono state le inefficienze amministrative  e burocratiche che hanno impedito la realizzazione di uno dei progetti più importanti del nostro territorio.