"Quello che il sindaco di Teramo ha presentato con grande enfasi come un fatto epocale, ovvero la registrazione di una bambina con due mamme, è, in realtà, un bluff o, al massimo, uno spot pubblicitario". A dichiararlo sono Berardo Rabbuffo, capogruppo della Lega al Comune di Teramo, e Carola Profeta, responsabile del Dipartimento Famiglia della Lega Abruzzo. "Non si tratta affatto - spiegano - di una registrazione anagrafica, bensì di una semplice nota di riconoscimento, che non ha valore. E questo perché la competenza spetta al Comune di residenza che è Silvi". "Come Capogruppo della Lega a Teramo – prosegue Rabbuffo – ho verificato personalmente presso gli uffici comunali, constatando che non esiste alcun atto formale conclusivo, ma solo ciò che si può definire clamore mediatico". "La nota di riconoscimento - precisano Rabbuffo e Profeta - dovrà essere trasmessa al Comune di Silvi, che, in base alla normativa vigente, valuterà se e come procedere con la registrazione. Il sindaco di Silvi ha correttamente chiesto indicazioni al Ministero e alla Prefettura circa le modalità di registrazione, poiché attualmente il sistema informatico non consente l’opzione "madre-madre", ma solo "padre-madre". Tale sistema necessita quindi di un aggiornamento tecnico per recepire eventuali cambiamenti legislativi o giurisprudenziali. Proprio per evitare errori procedurali, il sindaco di Silvi ha già posto un quesito formale sulle modalità applicative delle recenti sentenze della Corte Costituzionale, che potranno essere utili anche ad altri Comuni. Il sindaco di Silvi Scordella – proseguono – ha agito con rigore e nel pieno rispetto delle norme. Al contrario, quello di Teramo si è esposto pubblicamente indossando la fascia tricolore per sottoscrivere un atto che, di fatto, è una trascrizione cartacea priva di effetti concreti. L'unico passaggio davvero rilevante sarà eventualmente quello disposto, ripetiamo, dal Comune di Silvi, laddove ne sussistano le condizioni". Ma Rabbuffo e Profeta sollevano anche una riflessione politica. "Ci chiediamo quale sia il senso del grande risalto dato dal sindaco di Teramo a un atto che non ha alcun valore giuridico, né è conclusivo. È evidente il tentativo di strumentalizzare una tematica sensibile, ovvero il riconoscimento di genitori dello stesso sesso. Le recenti sentenze della Corte Costituzionale (n. 68 e 69/2025) parlano di "volontà genitoriale", ma noi della Lega riteniamo che ciò rappresenti un grave stravolgimento dell’idea di famiglia. Temiamo che si stia tentando, anche attraverso letture distorte di queste sentenze, di demolire la famiglia naturale, fondata sull’unione tra un padre e una madre. La famiglia – aggiungono – è la prima cellula della società: su di essa si è fondata la nostra civiltà e il nostro sviluppo. Ha un valore sociale, culturale, storico ed economico che non può essere sacrificato sull'altare di mode ideologiche o esigenze politiche. Non possiamo accettare che la figura del padre venga ridotta a semplice "donatore di seme", né che ai bambini venga negato il diritto di crescere all'interno di una famiglia formata da un padre e una madre. Ogni altra forma di convivenza ha pari dignità sul piano umano, ma non può essere equiparata alla famiglia tradizionale, che ha una funzione insostituibile per l'equilibrio della società. Per questo – concludono Rabbuffo e Profeta – la Lega si oppone a ogni tentativo di destrutturazione della famiglia naturale. Condanniamo con decisione il clamore costruito dal sindaco di Teramo intorno a questa vicenda, che altro non era che un semplice passaggio burocratico, di per sé non conclusivo. Una questione così delicata merita serietà, non slogan e passerelle".