Dopo aver smascherato la disinformazione chirurgica sul Val Vibrata, oggi puntiamo i riflettori su un altro presidio fondamentale: l’Ospedale San Liberatore di Atri. Anche qui, la sinistra tenta di riscrivere la storia, dimenticando — o fingendo di dimenticare — che è stata proprio lei a scrivere i capitoli più bui.
Chi oggi si strappa le vesti è lo stesso che ieri ha spento la luce. Chi oggi grida allo scandalo è lo stesso che ha taciuto mentre si chiudevano reparti, si tagliavano servizi, si ignoravano le richieste del territorio. L’Ospedale di Atri è stato declassato a spoke nel 2016, il Punto Nascita chiuso nel 2017, e per anni non è arrivato un solo euro di investimento strutturale. Nessun confronto, nessuna trasparenza. Solo silenzi. E oggi, quegli stessi protagonisti si travestono da difensori della sanità pubblica.
Ma la realtà, ancora una volta, è più forte della propaganda. Dal 2020 al 2025, sotto la guida della giunta Marsilio, oltre 7,6 milioni di euro sono stati investiti sull’Ospedale di Atri. Una TAC a 128 strati è già operativa, una risonanza magnetica di ultima generazione è in arrivo. Il reparto di Pediatria è stato potenziato con attività h12 e nuovi ambulatori specialistici. La Cardiologia garantisce copertura h24. L’Oculistica è stata dotata di tecnologie diagnostiche di ultima generazione, tra cui OCT, fluorangiografia, laser Argon e YAG, campimetria computerizzata e altri strumenti fondamentali per la prevenzione e la cura delle patologie visiveI. Il reparto di Medicina è stato potenziato con 10 nuovi posti letto, e la Riabilitazione rafforzata con ulteriori degenze, ambulatori e palestre. il Centro di Riabilitazione dell’Ospedale di Atri è oggi un’eccellenza regionale, l’unico in Abruzzo con un ambulatorio dedicato all’autocateterismo vescicale. I centri regionali per la fibrosi cistica e l’auxologia pediatrica sono stati confermati e valorizzati.
Rilanciare una sanità lasciata in coma non è semplice. Ma la giunta Marsilio ha accettato la sfida, con responsabilità e determinazione. Non con proclami da palcoscenico, ma con atti concreti. Non con slogan, ma con investimenti, assunzioni, tecnologie, servizi.
La riorganizzazione della rete ospedaliera teramana non è un maquillage. È una scelta strategica: specializzare i presidi, rendere Atri, Giulianova e Val Vibrata eccellenze complementari, capaci di offrire servizi di qualità, evitando sovrapposizioni e sprechi. Una visione chiara, coraggiosa, in netto contrasto con chi quei presidi li ha mortificati, senza remore, senza rimpianti, senza nemmeno ascoltare le voci di dissenso che si levavano — persino da esponenti della propria parte politica.
Ben vengano i confronti. Ma non accettiamo lezioni da chi ha contribuito al declino dell’ospedale, procedendo come un treno, senza ascoltare nemmeno la propria stessa voce.
La delibera 1133/2025 della ASL, contestata e poi ritirata, è la prova che questa amministrazione ascolta, corregge, dialoga. Non si nasconde. Non impone. Lavora.
E mentre altri gridano, noi continuiamo a costruire. Perché la sanità non si difende con la nostalgia, ma con il coraggio. Non con la propaganda, ma con la verità. Non con il passato, ma con il futuro.
I Coordinatori Comunali, gli Assessori e i Consiglieri di Fratelli d’Italia della Provincia di Teramo