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Si alza il livello di attenzione sulla crisi dell’Industriale Sud. A seguito dell’ultima riunione del tavolo istituzionale, convocato dall’assessore regionale Tiziana Magnacca su richiesta del sindaco Gianguido D’Alberto, il primo cittadino – insieme al consigliere regionale Dino Pepe – ha espresso forte preoccupazione per il futuro dello stabilimento teramano, chiedendo ufficialmente il trasferimento della vertenza al livello ministeriale.

Al centro dell’allarme, le incertezze che ancora gravano sul piano industriale dell’azienda, tra le principali realtà dell’automotive in Italia, con oltre 420 lavoratori impiegati tra dipendenti a tempo indeterminato e interinali nella sola provincia di Teramo. Preoccupazioni confermate dai sindacati di categoria, che denunciano la vaghezza delle prospettive e la mancata concretizzazione di alcuni progetti precedentemente annunciati.PHOTO-2025-08-04-11-45-57.jpg

«Nonostante le rassicurazioni dell’azienda, il piano industriale per Teramo resta vago e privo di elementi di concretezza», ha dichiarato il sindaco D’Alberto. «Alcuni progetti annunciati non si sono realizzati, e le dichiarazioni relative al comparto SEAT restano nebulose. Inaccettabile, inoltre, l’atteggiamento di alcuni rappresentanti aziendali nei confronti dei lavoratori, che invece hanno sempre mostrato responsabilità e senso di appartenenza».

Il primo cittadino ha ribadito la necessità di un confronto a livello ministeriale per superare le attuali logiche territoriali e valutare l’intero piano industriale a livello nazionale, considerando gli investimenti su tutti gli stabilimenti del gruppo, dislocati in tre regioni.

«Come Comune di Teramo siamo sempre stati vicini all’azienda e ai lavoratori, pur al di là delle nostre competenze – ha aggiunto D’Alberto –. Invitiamo tutta la politica e le istituzioni a fare fronte comune per tutelare l’occupazione e il know-how dello stabilimento di Teramo. La Regione deve intervenire con maggiore decisione».

Dello stesso avviso il consigliere regionale Dino Pepe, che ha ribadito l’urgenza di un intervento istituzionale deciso da parte della Regione Abruzzo.

«La Regione non può restare spettatrice – ha sottolineato Pepe –. Deve assumersi la responsabilità di difendere il nostro patrimonio produttivo. L’assenza di un piano credibile e il fallimento di alcune iniziative promesse sono segnali gravi. È il momento di agire con decisione e responsabilità».