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  Clima teso ieri in Provincia, dove il presidente Camillo D’Angelo ha riservato una vera e propria stoccata alla Regione Abruzzo, colpevole – a suo dire – di aver occupato la sala della Provincia senza alcun preavviso per un incontro istituzionale. D’Angelo non ha nascosto l’irritazione per quella che ha definito una mancanza di rispetto istituzionale, ma non si è limitato alla critica: ha colto l’occasione per illustrare la sua ricetta per il rilancio della Provincia di Teramo, mettendo sul tavolo proposte concrete e incisive. Al centro della sua visione, due priorità: interventi urgenti sulle scuole e riduzione dell’addizionale provinciale, misure che – ha sottolineato – “possono restituire credibilità, efficienza e vicinanza ai cittadini”. Le parole del presidente hanno spiazzato il gotha del centrodestra abruzzese presente all’incontro, lasciandolo – come ha notato più di un osservatore – senza parole.  Con toni fermi ma istituzionali, D’Angelo ha ribadito che la Provincia di Teramo “non può essere trattata come una dependance” e che il territorio ha bisogno di programmazione seria, autonomia e investimenti mirati, a partire proprio dall’edilizia scolastica e dalla semplificazione fiscale. Una presa di posizione netta, che riaccende il dibattito sui rapporti tra Regione e Province e rilancia il protagonismo politico di D’Angelo, deciso a rivendicare per Teramo un ruolo centrale e non subordinato nelle strategie di sviluppo abruzzesi.

Camillobella