«L’ambito ottimale è quello provinciale, e questo vale sia per la gestione dell’acqua che per quella dei rifiuti, che devono restare sempre interamente pubbliche». È chiaro e deciso il commento del Sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, sulla proposta di legge regionale di riforma del sistema idrico, al centro della riunione dell’ASSI (Assemblea dei Sindaci per il Servizio Idrico Integrato) convocata questa mattina in Provincia dal presidente Camillo D’Angelo.
All’incontro hanno partecipato anche il presidente del Consiglio Regionale, Lorenzo Sospiri, e la vicepresidente Marianna Scoccia, co-firmatari del disegno di legge che prevede la creazione di un unico ente d’ambito regionale suddiviso in due sub-ambiti territoriali, ciascuno con un gestore unico.
Il sindaco D’Alberto ha sottolineato la necessità di un approccio equilibrato e rispettoso delle autonomie territoriali, mettendo in guardia da decisioni che potrebbero penalizzare ancora una volta la provincia di Teramo.
«Credo che in questa discussione sia necessario muoversi tenendo conto di due aspetti – ha spiegato D’Alberto –: l’organizzazione territoriale, quindi gli ambiti e sub ambiti, e i gestori. Due dimensioni intrecciate, ma che vanno affrontate recuperando la logica dell’ambito provinciale, che è già un modello ottimale, costituzionalmente garantito e riconosciuto».
Per il primo cittadino, la riforma potrebbe essere un’occasione per riordinare i servizi pubblici essenziali su base provinciale, superando la frammentazione che negli anni ha indebolito la governance locale:
«Questo permetterebbe di risolvere molti dei problemi creati dallo “spacchettamento” dei servizi e di rafforzare la gestione pubblica e l’interesse collettivo».
D’Alberto ha poi lanciato un avvertimento chiaro contro il rischio di una nuova divisione territoriale tra “Abruzzo adriatico” e “Abruzzo interno”:
«Ogni volta che si è disegnato un Abruzzo diviso in due – Pescara-Chieti da una parte e Teramo-L’Aquila dall’altra – la provincia di Teramo è stata penalizzata. Non vi è alcuna ragione per procedere ancora in questa direzione. La nostra è la provincia con la tariffa più bassa, la minore dispersione idrica e la più alta percentuale di investimenti. Non possiamo essere noi a pagare gli squilibri di altri territori».
Il sindaco ha infine ribadito la necessità di coinvolgere pienamente i Comuni nelle decisioni finali sulla riforma:
«Non accetteremo scelte calate dall’alto o demandate a organismi tecnici privi di responsabilità politica come l’ERSI. Acqua e rifiuti sono beni comuni che non possono essere allontanati dai territori. A Teramo stiamo dimostrando che una gestione pubblica, trasparente e radicata può funzionare, come nel caso del ciclo dei rifiuti. È questa la strada da seguire».


