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CAVALLARIBELLA1Il Consigliere regionale Giovanni Cavallari ha presentato una richiesta formale al Presidente della II Commissione “Territorio, Ambiente e Infrastrutture” per inserire all’ordine del giorno un approfondimento dedicato al piano di adeguamento e messa in sicurezza sismica del traforo del Gran Sasso. Alla richiesta si accompagna la proposta di convocare in audizione tutti i principali soggetti istituzionali coinvolti nella gestione e nella programmazione degli interventi.

«La sicurezza del traforo è una priorità assoluta – dichiara Cavallari – ma va gestita con equilibrio e trasparenza, tenendo conto dei gravissimi disagi che il senso unico alternato o eventuali chiusure totali comporterebbero per migliaia di cittadini, pendolari, lavoratori e imprese delle province di Teramo e L’Aquila.»

A destare preoccupazione sono le tempistiche ipotizzate dal Commissario unico per la messa in sicurezza del sistema Gran Sasso, ing. Pierluigi Caputi: per eseguire i lavori di adeguamento potrebbero essere necessari fino a due anni di senso unico di marcia, che potrebbero diventare quattro nello scenario peggiore. Un impatto significativo sulla viabilità, sui collegamenti interprovinciali e sul traffico verso Roma.

Il 2026 rappresenta un anno strategico per l’Abruzzo, con eventi religiosi, culturali e sociali di rilievo nazionale: dal centenario di San Gabriele patrono dei giovani alle celebrazioni per L’Aquila Capitale Italiana della Cultura. In questo contesto, la gestione dei lavori nel traforo diventa un passaggio decisivo, da pianificare con attenzione per limitare al minimo i disagi a cittadini e visitatori.

Per questi motivi, Cavallari ha chiesto che vengano ascoltati in Commissione:

  • Il Commissario unico, ing. Pierluigi Caputi;

  • L’Assessore regionale alla viabilità, Umberto D’Annuntiis;

  • I Presidenti delle Province di Teramo e L’Aquila;

  • I Sindaci dei Comuni di Teramo, L’Aquila, Basciano, Castelli, Isola del Gran Sasso d’Italia, Tossicia e Colledara.

«Chiediamo chiarezza sui tempi, sulle soluzioni tecniche e sui piani alternativi di viabilità. I cittadini hanno diritto di sapere come si intende gestire un cantiere di questa portata senza isolare le nostre comunità. La trasparenza e la programmazione – conclude Cavallari – sono l’unico modo per coniugare sicurezza, sviluppo e tutela dei territori interni.»