Il Comune di Teramo chiude la lunga vicenda delle aree del PEEP Cona: con una determinazione dirigenziale di oggi 3 dicembre 2025, l’amministrazione ha autorizzato così il deposito al Ministero dell’Economia e delle Finanze delle somme dovute a titolo di indennità di esproprio, chiudendo così un contenzioso aperto da oltre trent’anni. La decisione arriva in esecuzione della sentenza del TAR Abruzzo n. 13/2023, che obbligava il Comune a concludere il procedimento con un provvedimento espresso, scegliendo tra l’acquisizione sanante ex art. 42-bis del Testo unico espropri o la restituzione dei terreni ai proprietari.
UNA VICENDA CHE PARTE NEGLI ANNI ‘90
L’origine del caso risale agli inizi degli anni Novanta, quando il Comune procedette all’occupazione d’urgenza di ampie porzioni di terreno nel quartiere Cona per la realizzazione di edilizia convenzionata e opere pubbliche. Tuttavia, il procedimento espropriativo non venne mai completato, lasciando gli immobili in uno stato di “occupazione sine titulo”. Nel frattempo, le aree sono state edificate o trasformate con opere di urbanizzazione, rendendo impossibile la restituzione materiale ai proprietari.
LA STIMA DELLE AREE E IL VALORE DELL’INDENNITÀ
Sulla base delle valutazioni effettuate dall’ente, e richiamando la deliberazione consiliare n. 64/2023, il valore delle aree è stato stimato in 100 euro al metro quadro, somma comprensiva di indennizzi per il pregiudizio patrimoniale e non patrimoniale. Le superfici complessive oggetto di acquisizione ammontano a 19.286,73 metri quadrati, per un totale di 2.066.400 euro di indennità, cifra già inserita nel riconoscimento del debito fuori bilancio approvato dal Consiglio comunale nel luglio 2024
IL RICORSO SULLA STIMA E IL DEPOSITO AL MEF
Le proprietarie delle aree coinvolte hanno tuttavia presentato opposizione alla stima davanti alla Corte d’Appello dell’Aquila. Il rifiuto formale dell’indennità obbliga il Comune, in base all’art. 20 del DPR 327/2001, al deposito delle somme non accettate presso la Ragioneria territoriale dello Stato. La determina del 3 dicembre autorizza dunque il versamento tramite il tesoriere comunale, chiudendo così la fase amministrativa dell’acquisizione sanante
.UN ATTO DOVUTO PER SANARE L’ILLECITO PERMANENTE
Nella determina viene ribadito che l’acquisizione sanante rappresenta il “rimedio necessario” per far cessare l’illecito permanente dell’occupazione senza titolo, una situazione che la giurisprudenza non consente di protrarsi indefinitamente. Il provvedimento dispone anche la trasmissione dell’atto al settore finanziario e ne certifica la regolarità tecnica, amministrativa e contabile.
IL COMMENTO AMMINISTRATIVO
La firma è del dirigente dei Lavori pubblici Pierluigi Manetta, mentre la Responsabile del procedimento è Alessandra Olivieri. Il documento è qualificato come ad “alto rischio” secondo il Piano triennale anticorruzione, data la rilevanza economica e la delicatezza giuridica dell’operazione.
UN CAPITOLO CHE SI CHIUDE
Con il deposito delle somme al MEF e l’adozione del decreto di acquisizione sanante del 1° dicembre 2025, il Comune mette fine a uno dei procedimenti più lunghi e complessi della storia urbanistica recente di Teramo. Resta aperto, tuttavia, il giudizio sulla congruità dell’indennità davanti alla Corte d’Appello, che determinerà l’eventuale adeguamento delle somme dovute ai privati.

